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Marburger Gesang
Bene culturale / Oggetto

Marburger Gesang / Walther, Franz Erhard

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Titolo / Responsabilità: Marburger Gesang / Walther, Franz Erhard

Descrizione fisica: installazione : opera (cad.) altezza 92.5 cm - opera (cad.) larghezza 62 cm - opera (cad.) profondità 15.5 cm

Data:1991

Nota:
  • legno
  • gommapiuma
  • cotone
  • montato
  • cucito
  • "Con l'opera 'Marburger Gesang', Franz Erhard Walther realizza una serie di monocromi rettangolari di uguale grandezza, ma differente colore, che dispone in fila a intervalli regolari l'uno dall'altro. Il bordo di ognuno di questi rettangoli riprende rispettivamente il tono degli altri, come ad articolare una sorta di sinfonia colorista. Il termine 'canto' nel titolo, ci fornisce una chiave interpretativa che vede una forma sostanzialmente astratta, associata a una dimensione sonora e musicale che non può non rimandare alla riflessione teorica e alla pratica pittorica di alcuni tra i più significativi rappresentanti dell'avanguardia artistica primo-novecentesca. Trattandosi di monocromi accostati e ripetuti però, il richiamo formale immediato va all'arte minimalista, anche se l'associazione è in questo senso interdetta dall’uso che Walther fa del materiale. Questo perché la gommapiuma, con cui sono realizzati i rettangoli, non è lasciata nello stato originale, come avrebbe fatto il minimalismo alla sua matericità abituale, ma è rivestita con del tessuto colorato. Nell'opera emerge immediatamente l'attenzione di Walther per il colore come elemento costituente, pitto-sculturale dell'opera d'arte. Nonostante sia un'opera sostanzialmente parietale, 'Marburger Gesang' rientra nella riflessione tipica dell'artista, conservando una dimensione plastica che la rende presenza volumetrica nello spazio, scultura appesa alla parete." (Mostra Migros Meets Museion 20th Century Remix, Museion, 2012)
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Abstract: Dieci elementi di vari colori costruiti in legno e gommapiuma e rivestiti di cotone colorato. Ogni singolo elemento è composto da una cornice di un colore e da un elemento interno di un diverso colore: - cornice blu / interno beige - cornice color terra / interno rosa - cornice verde oliva / interno giallo - cornice ocra / interno marrone - cornice rosso scuro / interno color mattone - cornice beige / interno arancione - cornice gialla / interno grigio scuro - cornice grigio chiaro / interno marrone chiaro - cornice rossa / interno color crema - cornice arancione / interno verde chiaro.

Nachtstück - n°8 da "Erster Werksatz"
Bene culturale / Oggetto

Nachtstück - n°8 da "Erster Werksatz" / Walther, Franz Erhard

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Titolo / Responsabilità: Nachtstück - n°8 da "Erster Werksatz" / Walther, Franz Erhard

Descrizione fisica: installazione : tessuto nero lunghezza 100 cm - tessuto nero larghezza 79 cm - candela (cad.) lunghezza 13.5 cm - candela (cad.) diametro 2 cm - custodia piccola lunghezza 21.5 cm - custodia piccola larghezza 6.5 cm - borsa lunghezza 40 cm - borsa larghezza 57 cm

Data:1965

Nota:
  • tessuto
  • cotone
  • cera
  • montato
  • "A partire dal 1963 Franz Erhard Walther realizza numerosi oggetti interattivi, 58 dei quali verranno integrati nel 1969 in un nucleo artistico denominato '1. Werksatz', ovvero 'Prima serie di opere'. 'Nachtstück', che può esser considerata al contempo oggetto, scultura e performance, è l'ottavo elemento di questa serie. Un tessuto nero a forma quadrata e due candele bianche sono gli elementi che teoricamente invitano il fruitore ad 'attivare' l'opera. Nel disegno altresì in mostra (nr. inv. Museion RP94), è possibile osservare una proiezione personale di Walther che contestualizza la modalità d'interazione con questi oggetti. La suggestione vede la disposizione delle candele accese ai lati del quadrato e la contemplazione nel buio del movimento delle ombre. L'interazione tra la fiamma e la massa corporea della persona immersa nell’azione genera un lieve soffio d'aria e conseguentemente un’oscillazione chiaroscurale, una situazione tutta atmosferica. Mano a mano che le candele si consumano, l'ombra sul pavimento s'intensifica, diventa più grande e tocca, nero su nero, il rettangolo. La scultura in Walther non è più pensata come sistema formale chiuso in se stesso, come elemento unitario da contemplare dall'esterno, ma diventa un dispositivo performativo, che innesca un processo ogni volta diverso perché diversi e strettamente legati alla singolarità della persona che li vive sono i gesti attraverso i quali si svolge. Il corpo, la massa, il movimento, concorrono a creare un'opera inedita, rispetto a cui la persona coinvolta diventa allo stesso tempo artefice, fruitore e vero e proprio materiale artistico-sculturale." (Mostra Migros Meets Museion 20th Century Remix, Museion, 2012)
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Abstract: Installazione composta da un tessuto nero, due candele bianche entro piccola custodia di stoffa ed una borsa di stoffa di dimensioni più grandi.

Meditativ
Bene culturale / Oggetto

Meditativ / Fellin, Peter

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Titolo / Responsabilità: Meditativ / Fellin, Peter

Descrizione fisica: dipinto : opera altezza 120 cm - opera larghezza 360 cm - cornice altezza 123 cm - cornice larghezza 363 cm - cornice profondità 3 cm

Data:1986

Nota:
  • gessetto a pastello
  • tela
  • disegnato
  • dipinto
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Abstract: Gessetto e tempera su tela. Nella parte bassa un esteso campo di colore nero, in alto grigio.

I Meditativ
Bene culturale / Oggetto

I Meditativ / Fellin, Peter

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Titolo / Responsabilità: I Meditativ / Fellin, Peter

Descrizione fisica: dipinto : opera altezza 160 cm - opera larghezza 160 cm - opera profondità 6.5 cm

Data:1986

Nota:
  • gesso
  • colore ad olio
  • tela
  • modellato
  • dipinto
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Abstract: Opera in gesso (dipinto di nero) su tela. Al centro un incavo circolare.

Schriften III
Bene culturale / Oggetto

Schriften III / Fellin, Peter

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Titolo / Responsabilità: Schriften III / Fellin, Peter

Descrizione fisica: dipinto : opera altezza 22 cm - opera larghezza 22 cm - cornice altezza 54.5 cm - cornice larghezza 54.5 cm - cornice profondità 8.5 cm

Data:1955-1963

Nota:
  • colore ad olio
  • carta
  • dipinto
  • "[…] Il passaggio dagli Scrittori alle Scritture, attorno al 1957, è ormai un passo breve e coerente. Il percorso dal figurativo all'astrazione, o piuttosto all’ ‘arte concreta’, è brevissimo. I corpi degli Scrittori si trasformano dapprima ‘geroglificamente’ in forme simili a lettere. Fellin passa quindi a disegnare i nomi di artisti o musicisti che ammira, o ancora di persone da lui amate. Sono ‘ritratti’ che non imitano la natura, privi di mimesi. Le parole disegnate possiedono di per sé un sufficiente grado di astrazione. Il nome riproduce il carattere di una personalità, le lettere sono appena leggibili. Il loro straniamento produce tuttavia un gioco di decifrazione; gli osservatori sono costretti a leggere in profondità; si instaura un dialogo, i lettori devono accettare lo straniamento che rivolge loro. Al contempo gli osservatori devono interrogare i quadri. Il riferimento ai cruciverba è evidente: un foglio di carta pone domande cui l'osservatore deve rispondere. In alcune Scritture, soprattutto quelle con i nomi dei suoi figli, questo riferimento è palese. Il ritmo delle pennellate e la scelta dei colori intendono rendere spiritualmente comprensibile la persona citata. […]" (Markus Neuwirth, F wie come Fellin, Athesia, Bolzano 2010, pag. 62)
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Abstract: Dipinto astratto (colore ad olio nero) su carta. Si tratta probabilmente della scritta di un nome (Vincent? - riferimento a Vincent van Gogh?).

Schriften IV
Bene culturale / Oggetto

Schriften IV / Fellin, Peter

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Titolo / Responsabilità: Schriften IV / Fellin, Peter

Descrizione fisica: dipinto : opera altezza 22 cm - opera larghezza 22 cm - cornice altezza 54.5 cm - cornice larghezza 54.5 cm - cornice profondità 8.5 cm

Data:1955-1963

Nota:
  • colore ad olio
  • carta
  • dipinto
  • "[…] Il passaggio dagli Scrittori alle Scritture, attorno al 1957, è ormai un passo breve e coerente. Il percorso dal figurativo all'astrazione, o piuttosto all’ ‘arte concreta’, è brevissimo. I corpi degli Scrittori si trasformano dapprima ‘geroglificamente’ in forme simili a lettere. Fellin passa quindi a disegnare i nomi di artisti o musicisti che ammira, o ancora di persone da lui amate. Sono ‘ritratti’ che non imitano la natura, privi di mimesi. Le parole disegnate possiedono di per sé un sufficiente grado di astrazione. Il nome riproduce il carattere di una personalità, le lettere sono appena leggibili. Il loro straniamento produce tuttavia un gioco di decifrazione; gli osservatori sono costretti a leggere in profondità; si instaura un dialogo, i lettori devono accettare lo straniamento che rivolge loro. Al contempo gli osservatori devono interrogare i quadri. Il riferimento ai cruciverba è evidente: un foglio di carta pone domande cui l'osservatore deve rispondere. In alcune Scritture, soprattutto quelle con i nomi dei suoi figli, questo riferimento è palese. Il ritmo delle pennellate e la scelta dei colori intendono rendere spiritualmente comprensibile la persona citata. […]" (Markus Neuwirth, F wie come Fellin, Athesia, Bolzano 2010, pag. 62)
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Abstract: Dipinto astratto (colore ad olio nero) su carta. Si tratta probabilmente della scritta di un nome (Vincent? - riferimento a Vincent van Gogh?).

Schriften V
Bene culturale / Oggetto

Schriften V / Fellin, Peter

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Titolo / Responsabilità: Schriften V / Fellin, Peter

Descrizione fisica: dipinto : opera altezza 22 cm - opera larghezza 22 cm - cornice altezza 54.5 cm - cornice larghezza 54.5 cm - cornice profondità 8.5 cm

Data:1955-1963

Nota:
  • colore ad olio
  • carta
  • dipinto
  • "[…] Il passaggio dagli Scrittori alle Scritture, attorno al 1957, è ormai un passo breve e coerente. Il percorso dal figurativo all'astrazione, o piuttosto all’ ‘arte concreta’, è brevissimo. I corpi degli Scrittori si trasformano dapprima ‘geroglificamente’ in forme simili a lettere. Fellin passa quindi a disegnare i nomi di artisti o musicisti che ammira, o ancora di persone da lui amate. Sono ‘ritratti’ che non imitano la natura, privi di mimesi. Le parole disegnate possiedono di per sé un sufficiente grado di astrazione. Il nome riproduce il carattere di una personalità, le lettere sono appena leggibili. Il loro straniamento produce tuttavia un gioco di decifrazione; gli osservatori sono costretti a leggere in profondità; si instaura un dialogo, i lettori devono accettare lo straniamento che rivolge loro. Al contempo gli osservatori devono interrogare i quadri. Il riferimento ai cruciverba è evidente: un foglio di carta pone domande cui l'osservatore deve rispondere. In alcune Scritture, soprattutto quelle con i nomi dei suoi figli, questo riferimento è palese. Il ritmo delle pennellate e la scelta dei colori intendono rendere spiritualmente comprensibile la persona citata. […]" (Markus Neuwirth, F wie come Fellin, Athesia, Bolzano 2010, pag. 62)
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Abstract: Dipinto astratto (colore ad olio nero) su carta. Si tratta probabilmente della scritta di un nome (Vincent? - riferimento a Vincent van Gogh?).

Western
Bene culturale / Oggetto

Western / Leimer, Sonia

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Titolo / Responsabilità: Western / Leimer, Sonia

Descrizione fisica: media audiovisivo : Video durata 5 min - 23 sec - Lastra di cemento altezza 120 cm - Lastra di cemento larghezza 200 cm - Lastra di cemento profondità 7 cm

Data:2012

Nota:
  • cemento
  • filmato
  • Il video 'Western' di Sonia Leimer inizia con un lento movimento della telecamera su un paesaggio che ricorda quello dei film western, fino all'incontro con un'orchestra tutta al femminile che suona una famosa colonna sonora del classico western composta da Elmer Bernstein per il film 'I Magnifici Sette' (1960) di John Sturges. In realtà il paesaggio è quello georgiano, terra di confine tra Europa e Asia, e zona di conflitto. Utilizzata come ambientazione per la realizzazione di diversi film, la Georgia ha incarnato l'immaginario Western nel cinema.
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Abstract: Ed. 1/3 + 1 A.P. - Video a colori (16:9) con audio proiettato su lastra di cemento.

senza titolo (Agire ... pensare)
Bene culturale / Oggetto

senza titolo (Agire ... pensare) / Ferrari, Vincenzo

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Titolo / Responsabilità: senza titolo (Agire ... pensare) / Ferrari, Vincenzo

Descrizione fisica: assemblage : opera (cad.) altezza 36.2 cm - opera (cad.) larghezza 36.2 cm - opera (cad.) profondità 1 cm

Data:1977

Nota:
  • legno
  • lacca
  • carta
  • carta argentata
  • lettera trasferibile
  • tempera
  • scalfito
  • scritto
  • dipinto
  • incollato (Collage)
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Abstract: Serie composta da cinque tavole smaltate di bianco con scritte realizzate con tecniche varie (incisione, collage, lettere trasferibili, tempera, marchiatura a fuoco...).

BAU 9
Bene culturale / Oggetto

BAU 9 / AA. VV. (autori vari) - Associazione Culturale BAU

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Titolo / Responsabilità: BAU 9 / AA. VV. (autori vari) - Associazione Culturale BAU

Descrizione fisica: assemblage : misure variabili

Data:2011-2012

Nota:
  • carta
  • cartoncino
  • composto (tecnica mista)
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Abstract: Ed. 48/200 - BAU Contenitore di cultura contemporanea Un ensemble di artisti, fotografi, poeti, scrittori si propongono di fare ricerca e creare connessioni tra linguaggi espressivi diversi. Si costituisce a Viareggio, il 22 gennaio 2004, l'Associazione Culturale BAU, autogestita e senza fini di lucro. Come mezzo per comunicare hanno inventato una "scatola aperta", laboratorio, luogo d'incontro e rete di scambio, concretizzata in una rivista aperiodica a tiratura limitata, con opere originali. BAU 9 (2012) Questo numero contiene opere originali di diverso formato di: - Paolo Albani, "Potential Energy" - Roya Amini, "Untitled" - Silvia Ancilotti, "Dal Monolite il Sapere, dalla Rete la Conoscenza" - Mauro Andreani, "Curriculum Vitae" - Alfio Antognetti, "Tertium Organum" - Lorenzo Banci, "Untitled" - Francesco Barbieri, "Untitled" - Vittore Baroni, "ARTE=energia" - Michael Basinski, "Untitled" - Mariano Bellarosa, "No Class" - Maurizio Berlincioni, "Buck & Winnie" - Biblioteca degli Immortali, "Cyborgbooks" - Luther Blisset, "Elektraglide in B" - Luigi Bonotto, "Untitled" - Jean-François Bory, "Insectes" - Paolo Bottari, "Creatio ex nihilo" - Sandro Bottari, "Untitled" - A. Bove & L. Pignotti, "A.A.A. Artisti Associati Atipici" - Stefania Brandinelli, "Scintilla" - Luca Brocchini, "I numeri dei suoni, dei tempi e dei silenzi" - Daniele Ciullini, "Il bacio della sirena" - Enzo Correnti, "Untitled" - Gianluca Cupisti, Bohème Boreale" - Luce Delhove, "Untitled" - Ada De Pirro, "Potential Energy" - Raffaele Di Vaia, "Untitled" - Graziano Dovichi, "Make Contact" - Enomisossab, "Propaganda due" - Simonetta Ferante, "Elktrocollage" - Antonio Fiore, "Untitled" - Raffaella Formenti, "GRAFITE> GRAFENE> gRAFFAne" - Niki Franceschi, "Untitled" - Fupete, "Networkimg" - Luca Gaddini, "Sindonext" - Carlo Galli, "Untitled" - Marco Gerbi, "Untitled" - Emanuele Giannelli, "Untitled" - Sara Giordani, "Glitter Cinéma" - Luca Giorgi, "L'arte delle mine" - Grupppo Sinestetico, "Censure" - Pino Guzzonato, "Alla ricerca della sensibilità perduta" - Luca Leggero, "L'arte delle mine" - Andrea Lemmi, "Il bicchiere" - Margherita Levo Rosenberg, "Il segreto del cono d'ombra" - Marcello Licciardi, "Il grande artista" - Oronzo Liuzzi, "Un viaggio nella luce" - Dario Longo, "Cartella Archivio dei nodi venuti al pettine" - Arrigo Lora Totino, "BAU BAU" - Bruno Lucca, "Senza dettagli" - Mauro Luccarini, "Elettrolabirinto" - Marco Maffei, "Moby Dick" - Ruggero Maggi, "Made in Tibet" - Roberto Malquori, "Iconosfera" - Giuliano Mamoli, "Untitled" - Giuseppe Mendolia Calella, "Elettrogimeca" - Beatrice Meoni, "Sinapsi per ElectroBAU" - Tommaso Meozzi, "Tavola Palingenetica" - Micrq Artifex (Mumia), "Entrata di BAU a Gerusalemme" - Elena Modorati, "Duecento discipline del sapere" - Francesco Moretti, "Effetti del forno elettrico sull'arte" - Anna Oberto, "Remembering a&om" - Ginny O'Brien, "Untitled" - Angela Occhipinti, "Untitled" - Carlo Palli, "Untitled" - Virginia Panichi, "Dolce seno" - Fabrizio Parachini, "Codice ovvio n.2" - Ben Patterson, "Patterson's Interiors, Inc." - Manuel Perna, "Untitled" - Guido Peruz, "Il mio tempo" - Francesco Pescioni, "Untitled" - Alessandro Pierattini, "Elektro-x-VALVE" - Roberto Pisanelli, "Untitled" - Stefano Pizzi, "Fulmini e trottole" - Giancarlo Pucci, "Energia al vertice" - Rosella Restante, "Le macchine e gli dei" - Claudio romeo, "HELLBIZ" - Walter Rovere, "Sound Card Event" - Massimo Salvoni, "Castri Clani Lichenes" - Sergio Sansevrino, "Pluristellato" - Silvia Serenari, "Anima Arboris - Conjunctio" - Edoardo Stramacchia, "Untitled" - Nicoletta Testi, "Untitled" - Vittorio Tolu, "Dio Fulmine" - Grazia Varisco, "Extrapagina" - Tommaso Vassalle, "Mano elettrica" - Sandro Veronesi, "L'oggetto volante" - Tatiana Villani, Untitled" - Elena Zanellato, "Untitled"

Warum ist es geschehen? Denkmal für die ermordeten Juden Europas
Bene culturale / Oggetto

Warum ist es geschehen? Denkmal für die ermordeten Juden Europas / Gerz, Jochen

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Titolo / Responsabilità: Warum ist es geschehen? Denkmal für die ermordeten Juden Europas / Gerz, Jochen

Descrizione fisica: installazione : misure varialbili

Data:1997-1998

Nota:
  • legno
  • carta da lucido
  • carta
  • cartone
  • montato
  • stampato
  • "Warum ist es geschehen? Denkmal für die ermordeten Juden Europas (Perchè è successo? Monumento per gli ebrei uccisi d'Europa) Berlino, 1997/98 Contributo per concorso (non realizzato) Nella primavera del 1997 viene indetto a Berlino un secondo concorso per un Monumento per gli ebrei uccisi d'Europa. Secondo il progetto di Jochen Gerz, l'area di 20.000 m2 va trasferita ai visitatori. Essi vengono invitati a dare una risposta alla domanda sempre riformulata sul 'Perché è successo?'. Le risposte vengono raccolte da studiosi che accolgono i visitatori in un edificio che accompagna il monumento commemorativo. Quest'ultimo, chiamato L'orecchio e concepito dall'architetta Nasrine Seraji, si articola in tre sale, dedicate alla memoria, alle risposte e al silenzio. La sala della memoria è una delle sedi documentarie della 'Shoah-Foundation' del regista cinematografico Steven Spielberg, che raccoglie le memorie degli ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento. Nella sala delle risposte, i visitatori annotano la loro risposta in dei libri che riempiono le pareti in vetro dell'edificio. L'ultimo spazio in cui viene a trovarsi il visitatore è la sala del silenzio, dove risuona l' 'eternal e' del compositore americano La Monte Young. Le risposte dei visitatori raccolte nei libri contenuti nell'Orecchio vengono incise, l'una dopo l'altra, nella pavimentazione della piazza, e questo, fino a quando, dopo parecchi decenni, essa sarà interamente ricoperta di scritte. Al contempo, la piazza viene articolata da 39 poli di luce, sui quali compare la parola 'Perché' in tutte le lingue degli ebrei perseguitati d'Europa." (Jochen Gerz - Res Publica: L'opera pubblica 1968 -1999, Museion, Ostfildern 1999, pag. 80)
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Abstract: Installazione composta da vari contributi per un concorso (piantine, progetti, simulazioni al computer e plastici tridimensionali) relativi al "Monumento per gli ebrei uccisi d'Europa" progettato da Gerz per la città di Berlino.

Arbeit Macht Kapital
Bene culturale / Oggetto

Arbeit Macht Kapital / Claire Fontaine

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Titolo / Responsabilità: Arbeit Macht Kapital / Claire Fontaine

Descrizione fisica: installazione : opera altezza 17 cm - opera larghezza 300 cm - opera profondità 10 cm

Data:2004-2012

Nota:
  • vetro
  • metallo
  • luce
  • montato
  • "L'opera ARBEIT MACHT KAPITAL ('Il lavoro produce capitale' o anche 'Lavoro Potere Capitale') utilizza il carattere 'K font' composto da tubi luminosi fluorescenti, il cui nome è un omaggio a Franz Kafka e al suo personaggio K, protagonista del romanzo incompiuto Il Castello (1926). I tubi al neon sono normalmente utilizzati per illuminare ambienti disciplinari come ospedali, fabbriche, scuole e prigioni. Questa versione dell'opera è una maquette dell'originale la cui grandezza dipende da quella dei tubi al neon che compongono le lettere. Le tre parole dell'insegna luminosa offrono più piani di interpretazione, a seconda che vengano lette singolarmente, in combinazione o come frase. Così ARBEIT MACHT KAPITAL evoca da un lato la scritta sui cancelli dei campi di concentramento, dall'altro riprende dei termini onnipresenti nel linguaggio delle nostre democrazie." (Brochure "Claire Fontaine M-A-C-C-H-I-N-A-Z-I-O-N-I", Museion, Bolzano 2012, pag. 5)
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Abstract: Ed. 1/3 + 2 AP - Scritta al neon bianca con bordo blu: "ARBEIT MACHT KAPITAL".

Untitled (only after dark series vitrine film 1#)
Bene culturale / Oggetto

Untitled (only after dark series vitrine film 1#) / Šarčević, Bojan

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Titolo / Responsabilità: Untitled (only after dark series vitrine film 1#) / Šarčević, Bojan

Descrizione fisica: installazione : vetrina altezza 187 cm - vetrina larghezza 125 cm - vetrina profondità 80 cm

Data:2008

Nota:
  • legno
  • vetro
  • materia plastica
  • carta
  • montato
  • "Le opere di Bojan Šarčević rientrano nella serie di sculture ispirate al progetto 'Only after the dark', presentato dall'artista al MAMbo nel 2007. L'allestimento consisteva qui in padiglioni di stampo modernista in cui un proiettore 16 mm, collocato in una teca di vetro, delineava sulla parete un breve film di forme astratte accompagnato da una colonna sonora. L'immagine della proiezione dei film è stata poi concretizzata da Šarčević tramite la sistemazione delle sculture riprese nei video in vetrine, teche museali. Fatte di vetro, rame, ma anche di materiali naturali quali il legno o la pietra, queste sculture tracciano paesaggi mentali conformi all'interesse dell’artista per lo spazio e le sue connotazioni psicologiche, culturali e sociali. Un pensare fortemente architettonico, che non manca spesso di riecheggiare l’estetica modernista, si rintraccia in Šarčević nell’attenzione al gioco delle simmetrie, alle relazioni in scala, alla trasparenza dei materiali e all’articolazione di forme essenzialmente geometriche. La vetrina è il contesto in cui Šarčević ri-materializza le forme smaterializzate presentate nei video, una presenza fisica che, come suggerito dal supporto, si relaziona allo spazio espositivo acquisendo uno statuto autonomo e concreto." (Mostra Migros Meets Museion 20th Century Remix, Museion, 2012)
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Abstract: Restituito al proprietario in data 2023 12 01 Vetrina di legno e vetro al cui interno vengono presentate delle sculture geometriche in poliacetato trasparente davanti ad uno sfondo creato con carta bianca.

Laura
Bene culturale / Oggetto

Laura / Althamer, Paweł

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Titolo / Responsabilità: Laura / Althamer, Paweł

Descrizione fisica: scultura : opera altezza 187 cm - opera larghezza 87 cm - opera profondità 80 cm

Data:2011

Nota:
  • materia plastica
  • gesso
  • carta
  • metallo
  • montato
  • Le sculture di polietilene di Althamer, di cui l'opera Laura fa parte, sono frutto di una "creazione collettiva" e sono nate in occasione della mostra Almech presso il Deutsche Guggenheim di Berlino concepita come un laboratorio work in progress. Per l'occasione, infatti, il Deutsche Guggenheim era stato trasformato in una filiale della ditta del padre dell'artista, l'Almech (formata dall'acronimo tra Althamer e Mechanics), che ha sede vicino a Varsavia e produce contenitori in plastica. Durante l'esposizione collaboratori polacchi di Althamer e di suo padre, temporaneamente trasferiti a Berlino, hanno realizzato calchi in gesso dei volti di partecipanti volontari al progetto: dipendenti del Deutsche Guggenheim, persone del mondo dell'arte, ma soprattutto gente comune. Si tratta di maschere estremamente realistiche, ma dal carattere totemico e surreale, per le quali l'artista e i collaboratori hanno successivamente creato, corpi di "bianca carne sintetica", di polietilene appunto. Dai macchinari d'invenzione Almech infatti fuoriuscivano filamenti di materiale plastico che, avvolti in maniera alquanto improvvisata e sorprendente attorno ad esili strutture di metallo, andavano a formare i corpi e i vestiti dei numerosi calchi di visi reali. Dalla scultura classica a quella barocca passando per l'arte funeraria medievale fino all'estetica dei fumetti e dei film di fantascienza, le sculture hanno un impatto visivo e una grande forza emotiva ed evocano una moltitudine di associazioni. Ogni scultura incarna una e infinite storie e insieme danno luogo a una scultura sociale, che si espande oltre i confini del museo. Molte sculture hanno degli attributi distintivi, proprio come nell'iconologia dei santi, solo che in molti casi come in "Laura" (una tastiera di computer, un rotolo di carta) essi appartengono alla quotidianità. Paweł Althamer si forma come scultore presso l'Accademia di Belle Arti di Varsavia. Qui frequenta i corsi di Grzegorz Kowalski, propugnatore di una pratica ispirata al principio di "educational partnership", di un'arte concepita come effetto dell'interazione tra persone nella condivisione di uno spazio comune. (Paweł Althamer - Poliethylene, Museion 2012)
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Abstract: Scultura di polietilene su struttura metallica montata su rotelle. Il viso della scultura è stato realizzato con il calco in gesso del viso di una partecipante volontaria ("Laura") al progetto dell'artista. La scultura tiene tra le mani una tastiera di un pc ed un rotolo di carta. La gonna è stata formata da palloncini gonfiati e ricoperti di materia plastica semirigida.

Untitled (only after dark series vitrine film 2#)
Bene culturale / Oggetto

Untitled (only after dark series vitrine film 2#) / Šarčević, Bojan

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Titolo / Responsabilità: Untitled (only after dark series vitrine film 2#) / Šarčević, Bojan

Descrizione fisica: installazione : vetrina altezza 187 cm - vetrina larghezza 125 cm - vetrina profondità 80 cm

Data:2008

Nota:
  • legno
  • vetro
  • materia plastica
  • carta
  • montato
  • "Le opere di Bojan Šarčević rientrano nella serie di sculture ispirate al progetto 'Only after the dark', presentato dall'artista al MAMbo nel 2007. L'allestimento consisteva qui in padiglioni di stampo modernista in cui un proiettore 16 mm, collocato in una teca di vetro, delineava sulla parete un breve film di forme astratte accompagnato da una colonna sonora. L'immagine della proiezione dei film è stata poi concretizzata da Šarčević tramite la sistemazione delle sculture riprese nei video in vetrine, teche museali. Fatte di vetro, rame, ma anche di materiali naturali quali il legno o la pietra, queste sculture tracciano paesaggi mentali conformi all'interesse dell’artista per lo spazio e le sue connotazioni psicologiche, culturali e sociali. Un pensare fortemente architettonico, che non manca spesso di riecheggiare l’estetica modernista, si rintraccia in Šarčević nell’attenzione al gioco delle simmetrie, alle relazioni in scala, alla trasparenza dei materiali e all’articolazione di forme essenzialmente geometriche. La vetrina è il contesto in cui Šarčević ri-materializza le forme smaterializzate presentate nei video, una presenza fisica che, come suggerito dal supporto, si relaziona allo spazio espositivo acquisendo uno statuto autonomo e concreto." (Mostra Migros Meets Museion 20th Century Remix, Museion, 2012)
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Abstract: Restituito al proprietario in data 2023 12 01 Vetrina di legno e vetro al cui interno vengono presentate delle sculture geometriche in poliacetato trasparente davanti ad uno sfondo creato con carta nera.

Untitled (only after dark series vitrine film 3#)
Bene culturale / Oggetto

Untitled (only after dark series vitrine film 3#) / Šarčević, Bojan

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Titolo / Responsabilità: Untitled (only after dark series vitrine film 3#) / Šarčević, Bojan

Descrizione fisica: installazione : vetrina altezza 187 cm - vetrina larghezza 125 cm - vetrina profondità 80 cm

Data:2008

Nota:
  • legno
  • vetro
  • materia plastica
  • rame
  • carta
  • montato
  • "Le opere di Bojan Šarčević rientrano nella serie di sculture ispirate al progetto 'Only after the dark', presentato dall'artista al MAMbo nel 2007. L'allestimento consisteva qui in padiglioni di stampo modernista in cui un proiettore 16 mm, collocato in una teca di vetro, delineava sulla parete un breve film di forme astratte accompagnato da una colonna sonora. L'immagine della proiezione dei film è stata poi concretizzata da Šarčević tramite la sistemazione delle sculture riprese nei video in vetrine, teche museali. Fatte di vetro, rame, ma anche di materiali naturali quali il legno o la pietra, queste sculture tracciano paesaggi mentali conformi all'interesse dell’artista per lo spazio e le sue connotazioni psicologiche, culturali e sociali. Un pensare fortemente architettonico, che non manca spesso di riecheggiare l’estetica modernista, si rintraccia in Šarčević nell’attenzione al gioco delle simmetrie, alle relazioni in scala, alla trasparenza dei materiali e all’articolazione di forme essenzialmente geometriche. La vetrina è il contesto in cui Šarčević ri-materializza le forme smaterializzate presentate nei video, una presenza fisica che, come suggerito dal supporto, si relaziona allo spazio espositivo acquisendo uno statuto autonomo e concreto." (Mostra Migros Meets Museion 20th Century Remix, Museion, 2012)
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Abstract: Restituito al proprietario in data 2023 12 01 Vetrina di legno e vetro al cui interno vengono presentate delle sculture geometriche in poliacetato e rame ed un rametto di albero davanti ad uno sfondo creato con carta nera.

Untitled (only after dark series vitrine film 4#)
Bene culturale / Oggetto

Untitled (only after dark series vitrine film 4#) / Šarčević, Bojan

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Titolo / Responsabilità: Untitled (only after dark series vitrine film 4#) / Šarčević, Bojan

Descrizione fisica: installazione : vetrina altezza 187 cm - vetrina larghezza 125 cm - vetrina profondità 80 cm

Data:2008

Nota:
  • legno
  • vetro
  • ottone
  • quercia
  • carta
  • montato
  • "Le opere di Bojan Šarčević rientrano nella serie di sculture ispirate al progetto 'Only after the dark', presentato dall'artista al MAMbo nel 2007. L'allestimento consisteva qui in padiglioni di stampo modernista in cui un proiettore 16 mm, collocato in una teca di vetro, delineava sulla parete un breve film di forme astratte accompagnato da una colonna sonora. L'immagine della proiezione dei film è stata poi concretizzata da Šarčević tramite la sistemazione delle sculture riprese nei video in vetrine, teche museali. Fatte di vetro, rame, ma anche di materiali naturali quali il legno o la pietra, queste sculture tracciano paesaggi mentali conformi all'interesse dell’artista per lo spazio e le sue connotazioni psicologiche, culturali e sociali. Un pensare fortemente architettonico, che non manca spesso di riecheggiare l’estetica modernista, si rintraccia in Šarčević nell’attenzione al gioco delle simmetrie, alle relazioni in scala, alla trasparenza dei materiali e all’articolazione di forme essenzialmente geometriche. La vetrina è il contesto in cui Šarčević ri-materializza le forme smaterializzate presentate nei video, una presenza fisica che, come suggerito dal supporto, si relaziona allo spazio espositivo acquisendo uno statuto autonomo e concreto." (Mostra Migros Meets Museion 20th Century Remix, Museion, 2012)
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Abstract: Restituito al proprietario in data 2023 12 01 Vetrina di legno e vetro al cui interno vengono presentate delle sculture geometriche fatte di impiallacciatura di quercia, ottone e carta davanti ad uno sfondo creato con carta nera.

Untitled (only after dark series vitrine film 5#)
Bene culturale / Oggetto

Untitled (only after dark series vitrine film 5#) / Šarčević, Bojan

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Titolo / Responsabilità: Untitled (only after dark series vitrine film 5#) / Šarčević, Bojan

Descrizione fisica: installazione : vetrina altezza 187 cm - vetrina larghezza 125 cm - vetrina profondità 80 cm

Data:2008

Nota:
  • legno
  • vetro
  • cartoncino
  • materia plastica
  • pietra
  • carta
  • montato
  • "Le opere di Bojan Šarčević rientrano nella serie di sculture ispirate al progetto 'Only after the dark', presentato dall'artista al MAMbo nel 2007. L'allestimento consisteva qui in padiglioni di stampo modernista in cui un proiettore 16 mm, collocato in una teca di vetro, delineava sulla parete un breve film di forme astratte accompagnato da una colonna sonora. L'immagine della proiezione dei film è stata poi concretizzata da Šarčević tramite la sistemazione delle sculture riprese nei video in vetrine, teche museali. Fatte di vetro, rame, ma anche di materiali naturali quali il legno o la pietra, queste sculture tracciano paesaggi mentali conformi all'interesse dell’artista per lo spazio e le sue connotazioni psicologiche, culturali e sociali. Un pensare fortemente architettonico, che non manca spesso di riecheggiare l’estetica modernista, si rintraccia in Šarčević nell’attenzione al gioco delle simmetrie, alle relazioni in scala, alla trasparenza dei materiali e all’articolazione di forme essenzialmente geometriche. La vetrina è il contesto in cui Šarčević ri-materializza le forme smaterializzate presentate nei video, una presenza fisica che, come suggerito dal supporto, si relaziona allo spazio espositivo acquisendo uno statuto autonomo e concreto." (Mostra Migros Meets Museion 20th Century Remix, Museion, 2012)
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Restituito al proprietario in data 2023 12 01 Vetrina di legno e vetro al cui interno vengono presentate una scultura geometrica di cartoncino bianco, una bistecca finta di plastica e delle pietre davanti ad uno sfondo creato con carta nera.

Tout est l'art
Bene culturale / Oggetto

Tout est l'art / Hiršal, Josef

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Titolo / Responsabilità: Tout est l'art / Hiršal, Josef

Descrizione fisica: dipinto : opera altezza 48.5 cm - opera larghezza 34.5 cm - cornice altezza 51.5 cm - cornice larghezza 37 cm - cornice profondità 1.3 cm

Data:1992

Nota:
  • tempera
  • lettera trasferibile
  • carta
  • scritto
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Abstract: Macchie di vari colori realizzate a tempera su foglio bianco. Sopra ciascuna macchia una lettera tratta dalle parole francesi "TOUT" e "EST". Al centro la parola "L'ART" realizzata con lettere trasferibili nere a comporre la frase "TOUT EST L'ART". Sopra una delle macchie di colore (giallo) la scritta ripetua "TOUT EST L'ART".

Flechten und Moose auf Felsplatte
Bene culturale / Oggetto

Flechten und Moose auf Felsplatte / Hofer, Jörg

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Titolo / Responsabilità: Flechten und Moose auf Felsplatte / Hofer, Jörg

Descrizione fisica: dipinto : opera altezza 182.5 cm - opera larghezza 124.5 cm

Data:1981-1982

Nota:
  • marmo
  • tempera
  • lino
  • dipinto
  • composto (tecnica mista)
  • "In alcuni dei suoi quadri l'artista mischia alla tempera polvere di marmo di Lasa. Per altre opere si serve di materiali come piombo, rame, ferro e legno bruciato che conferiscono alla sua pittura insolite qualità ottiche e tattili." (Positionen / Posizioni - MUSEIONDOCUMENTA, Museion, Bolzano 1999, pag. 157)
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Abstract: Campo cromatico nei toni del verde, marrone e ocra creato con polvere di marmo di Lasa e tempera su tela di lino (Molino) non tirata.