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Manifesto e locandina
Immagine / Fotografia

Manifesto e locandina

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Titolo / Responsabilità: Manifesto e locandina

Data:2014

Nota:
  • CREATIVE COMMONS BY-NC-SA 4.0; DIRITTI D'USO; ESPOSIZIONI FOTOGRAFICHE; VOLTI DI SINIGO IERI E OGGI. SINIGO, 2014;
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Campagna antifumo
Bene culturale / Oggetto

Campagna antifumo / Toniolo, Giuseppe

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Titolo / Responsabilità: Campagna antifumo / Toniolo, Giuseppe

Descrizione fisica: plastica : diametro 3 m

Data:2014

Nota:
  • acciaio
  • modellato
  • L’opera ricorda la “Sfera armillare” al Molo di Siviglia, installata nel 2010 nel luogo da cui nel 1519 partì la spedizione di Ferdinando Magellano. Nei mesi seguenti, repliche di questa sfera erano state collocate in molte città del mondo. La proposta è nata nel 2007 dall’associazione civile Civiliter con l’intento di rivendicare l’epopea del primo giro del mondo e la figura di Magellano, in vista della commemorazione del 500° anniversario di questo evento decisivo nella storia dell’umanità, festeggiato dalla città di Siviglia dal 2019 al 2022 con il grande programma di azioni in vari campi “Iniciativa Ciudadana 2019-2022 Sevilla” e con il logo della sfera armillaria. (Ricerca condotta il 06/03/2024 da Alexandra Pan, Ufficio cultura, fonte: https://visitasevilla.es/it/sfera-armillare)
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Abstract: La plastica a forma di sfera costruita da fasce di acciaio Corten è collocata nello spazio pubblico, sull'isola della rotatoria in via Lorenz Böhler davanti all'Ospedale di Bolzano.

schwarzes, weißes Acrylglas
Bene culturale / Oggetto

schwarzes, weißes Acrylglas / Rockenschaub, Gerwald

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Titolo / Responsabilità: schwarzes, weißes Acrylglas / Rockenschaub, Gerwald

Descrizione fisica: oggetto : opera diametro 12 cm - opera profondità 3 cm

Data:2014

Nota:
  • vetro acrilico
  • incollato
  • "I primi dipinti di Rockenschaub appartengono alla pittura 'Neo-Geo', un movimento artistico degli anni 1980, ispirato delle forme astratte degli ambienti e della società contemporanei. Tuttavia, Rockenschaub non è attivo solo come artista, ma anche come musicista techno e DJ. Negli ultimi anni '80 si converte a materiali industrialmente prefabbricati come il PVC ed il plexiglas creando oggetti colorati e quadri da parete." (cfr. Ed. Ingvild Goetz, Karsten Löckemann [et. al.], When Now is Minimal. Il lato sconosciuto della Sammlung Goetz, Hatje Cantz Verlag, Ostfildern 2014, pag. 148)
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Abstract: Ed. 1/47 - 47/47 + 3 A.P. - Inv. Museion: 1/47 - Tre dischi di vetro acrilico (nero, bianco, nero) uniti, da appendere a parete. L'edizione è stata realizzata per la vendita presso il Bookshop di Museion in occasione della mostra di Museion "When Now is Minimal. Il lato sconosciuto della Sammlung Goetz" del 2014.

Grillo fritto
Bene culturale / Oggetto

Grillo fritto / De Chirico, Jakob

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Titolo / Responsabilità: Grillo fritto / De Chirico, Jakob

Descrizione fisica: assemblage : opera altezza 21 cm - opera larghezza 29.7 cm

Data:2014

Nota:
  • carta
  • materia plastica
  • stampato (computer)
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Abstract: Collage di palloncino viola su foglio di carta stampata. Ritratto un viso astratto con maschera antigas e nuvola di gas. In alto la scritta stampata: "GRILLO FRITTO", in basso: "ATTENZIONE! ENTHÄLT MUFFIGE LUFT". Sul palloncino sono presenti un'immagine di un grillo (allusione al comico e attivista politico Beppe Grillo) e la scritta: "Jakob 2014 / ATTENZIONE! enthält / modrige Luft". L'artista usa un gioco di parole composto dal nome "Grillo" e dal modo di dire "aria fritta". Allegato all'opera un pieghevole stampato con la scritta "PESTE ROSSA", un'immagine fotografica di Beppe Grillo e l'immagine di un cavallo sulla copertina. All'interno vari statements dell'artista sull'attuale situazione politica in Italia.

HOTEL CUBO KIT
Bene culturale / Oggetto

HOTEL CUBO KIT / Egger, Hannes

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Titolo / Responsabilità: HOTEL CUBO KIT / Egger, Hannes

Descrizione fisica: oggetto - assemblage : altezza 29 cm - larghezza 39.5 cm

Data:2014

Nota:
  • foglio di plastica
  • spugna di cotone
  • cotone
  • carta
  • registrato (audio CD)
  • Hotel Cubo (17.04 – 29.06.2014) Per questa insolita performance collettiva il Piccolo Museion- filiale del fratello maggiore Museion nel quartiere don Bosco - viene trasformato in un vero e proprio hotel in miniatura. Fino a giugno 2014 chi vorrà potrà infatti soggiornare per una notte in questo hotel molto speciale. Il "pacchetto" prevede al risveglio una visita con un'audioguida al Don Bosco. Il percorso, messo a punto dall'artista Hannes Egger, si muove tra le storie e le persone che abitano il quartiere, che Egger ha intervistato. Accompagnati dalla voce di Paolo Mazzucato (italiano) e Susanne Barta (tedesco) si visitano luoghi storici, come la chiesa di Santa Maria in Augia e le architetture delle Semirurali, ma anche case private, cabine telefoniche, orti e bar. L'invito di Egger è chiaro: guardare un quartiere di Bolzano per molti quasi sconosciuto, eppure ricco di storia e di vita, con occhi nuovi. Insomma riscoprire un pezzo della propria città e ritrovare la capacità di meravigliarsi anche per qualcosa che diamo per scontato. Senza distinguere tra i grandi eventi della storia e le piccole storie delle persone di cui è fatto un paesaggio urbano e sociale. Con il suo progetto Egger indaga inoltre i meccanismi di partecipazione che i progetti artistici sono in grado di mettere in atto. Sempre con sguardo divertito e leggero, per dirla con Calvino. (Comunicato stampa Museion, 2014)
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Abstract: Ed. 1/50 - 50/50 - Inv. Museion: 23/50 - Kit da hotel sottovuoto composto da: - un asciugamano bianco in spugna di cotone con la scritta "Hotel [ ]", - un paio di ciabatte da hotel bianche con la scritta "Hotel [ ]", - una maschera da notte nera con la scritta "Hotel [ ]", - un CD con audioguide, - una cartina con le 22 stazioni audioguide e - un foglio informativo sul progetto. Il kit è stato realizzato in occasione del progetto "Hotel Cubo" al Piccolo Museion - Cubo Garutti ed è in dotazione a chi pernotta al "Hotel Cubo". L'edizione è inoltre acquistabile presso il Bookshop di Museion.

Progetto Hotel Cubo
Bene culturale / Oggetto

Progetto Hotel Cubo / Egger, Hannes

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Titolo / Responsabilità: Progetto Hotel Cubo / Egger, Hannes

Descrizione fisica: installazione : misure variabili - letto larghezza 140 cm - letto lunghezza 200 cm

Data:2014

Nota:
  • legno
  • stoffa
  • materia plastica
  • montato
  • Hotel Cubo (17.04 – 29.06.2014) Per questa insolita performance collettiva il Piccolo Museion- filiale del fratello maggiore Museion nel quartiere don Bosco - viene trasformato in un vero e proprio hotel in miniatura. Fino a giugno 2014 chi vorrà potrà infatti soggiornare per una notte in questo hotel molto speciale. Il "pacchetto" prevede al risveglio una visita con un'audioguida al Don Bosco. Il percorso, messo a punto dall'artista Hannes Egger, si muove tra le storie e le persone che abitano il quartiere, che Egger ha intervistato. Accompagnati dalla voce di Paolo Mazzucato (italiano) e Susanne Barta (tedesco) si visitano luoghi storici, come la chiesa di Santa Maria in Augia e le architetture delle Semirurali, ma anche case private, cabine telefoniche, orti e bar. L'invito di Egger è chiaro: guardare un quartiere di Bolzano per molti quasi sconosciuto, eppure ricco di storia e di vita, con occhi nuovi. Insomma riscoprire un pezzo della propria città e ritrovare la capacità di meravigliarsi anche per qualcosa che diamo per scontato. Senza distinguere tra i grandi eventi della storia e le piccole storie delle persone di cui è fatto un paesaggio urbano e sociale. Con il suo progetto Egger indaga inoltre i meccanismi di partecipazione che i progetti artistici sono in grado di mettere in atto. Sempre con sguardo divertito e leggero, per dirla con Calvino. (Comunicato stampa Museion, 2014)
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Abstract: Arredamento per la stanza d'albergo allestita in occasione del progetto "Hotel Cubo" al Piccolo Museion - Cubo Garutti nel 2014. L'arredamento si compone di un letto in legno, una mensola, un'insegna con la scritta "HOTEL", un guestbook, 2 grucce per gli abiti, 2 binari per tenda con 4 tende nere e 10 audioguide. La cassa di trasporto vuota di un opera d'arte di Museion faceva da comodino. Inoltre, in dotazione per chi pernottava al "Hotel Cubo", era a disposizione un kit da hotel sottovuoto composto da un asciugamano bianco, un paio di ciabatte da hotel, una maschera da notte, un CD con audioguide, una cartina con le 22 stazioni audioguide e un foglio informativo sul progetto (Nr. inv. Museion 2338).

A little Fluxus cookbook. In memoriam of Jurgis Mačiūnas
Bene culturale / Oggetto

A little Fluxus cookbook. In memoriam of Jurgis Mačiūnas / Simonetti, Gianni-Emilio - Bonotto, Luigi

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Titolo / Responsabilità: A little Fluxus cookbook. In memoriam of Jurgis Mačiūnas / Simonetti, Gianni-Emilio - Bonotto, Luigi

Descrizione fisica: oggetto - libro : scatola altezza 22 cm - scatola larghezza 24 cm - scatola profondità 7 cm - bottiglia (cad.) altezza 21 cm - bottiglia (cad.) larghezza 4.5 cm - bottiglia (cad.) profondità 4.5 cm - bottiglia (cad.) volume 250 ml - libro altezza 21 cm - libro larghezza 21 cm - libro entità pagine 45 - pop up altezza 21 cm - pop up larghezza 21 cm - pop up profondità 21 cm

Data:2014

Nota:
  • cartone
  • cartoncino
  • vetro
  • stampato
  • stampato (serigrafia)
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Abstract: Ed. 39/63 [sic] - Scatola editoriale in cartone serigrafato, realizzata da Gianni-Emilio Simonetti da un'idea di Luigi Bonotto e pubblicata nel 2014 dalla Fondazione Bonotto in 50 copie a numerazione araba e 28 copie a numerazione romana. Editing e grafica: Gianni-Emilio Simonetti e Giulia Tacchini. La scatola contiene: - "Five scented water in memoring of Jurgis Mačiūnas" cinque bottiglie di idrolati da 250 ml ciascuna (acqua di melissa, arancio, lavanda, nasturzio e carciofi, rosmarino); - "A little Fluxus cookbook. In memoriam of Jurgis Mačiūnas" un libro d'artista di Gianni-Emilio Simonetti, 45 pagine, con ricette e testi in lingua italiana e inglese; - un pop up (stampa su cartoncino).

secoli e millenni
Immagine / Fotografia

secoli e millenni / Pettena, Gianni

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Titolo / Responsabilità: secoli e millenni / Pettena, Gianni

Descrizione fisica: grafica : opera (cad.) altezza 21 cm - opera (cad.) larghezza 29.7 cm - cornice (cad.) altezza 24 cm - cornice (cad.) larghezza 32.5 cm - cornice (cad.) profondità 3 cm

Data:2014

Nota:
  • matita
  • matita colorata
  • carta
  • disegnato
  • stampato (digitale)
  • "È stato Pierre Bal Blanc [guest curator della mostra di Museion 'Soleil politique. Il museo tra luce e ombra'] a ricondurmi, coinvolgendomi, alla storia delle mie origini, e in particolare Bolzano e la sua storia, o meglio le sue molteplici storie, che appartengono alle mie origini, alle mie prime memorie registrate e consapevoli. A Bolzano ero nato, ma durante la guerra eravamo a Moena, dai nonni, nel loro albergo, ed è da lì che datano le mie prime memorie. Nel '45 rientrammo tutti, tutta la famiglia, con mio padre tornato dalla guerra, su un camion, con alcune masserizie. E poi l'asilo, le elementari e le medie al Convitto Nazionale. E’ con la mia prima bicicletta, seconda o terza elementare, non ricordo bene, che cominciai a esplorare Bolzano. C'era poco traffico, e anche un bambino poteva attraversarla senza pericolo. E la ricostruzione, la città storica da un lato del Talvera, e quella che parlava il linguaggio del modernismo dall'altro lato. Non percepivo differenze tra quelle due parti. Nel Talvera si faceva anche il bagno, i primi tuffi. E neppure sentivo differenze tra i miei amici, naturalmente scelti tra chi parlava italiano o tedesco. La scuola ci aiutava, ricordo, a maneggiare i due linguaggi. E poi l'architettura e la natura. Mi sono sempre diviso tra questi due interessi, già da allora. Il contesto naturale della valle di Fassa, le montagne che vedevo e salivo, e percorrevo, e che da Bolzano rivedevo dall'altro lato sullo sfondo, perché in primo piano era la città. Solo più tardi imparai che la città interpretava anche storia, ideologie, traumi ancora vivi, contrapposizioni che non capivo come ancora sopravvivessero, neanche tanto sotto pelle, a decenni dalla fine della guerra e dei disastri delle due ideologie che avevano parlato le due lingue. Io percorrevo la città in bicicletta, il sapore, spesso il passato così denso, di secoli e stratificazioni, e la parte di là dal Talvera, prima di arrivare a Gries che parlava un'altra lingua, ma che mi lasciava un po' sgomento. Ne subivo, da bambino, in bicicletta, la monumentalità, girando da solo per quelle strade larghe e diritte, prospettive che non avevano lo sfondo rassicurante delle mie montagne. Solo la Piazza Vittoria, il retro di questa, mi piaceva, con il suo verde e le tre porte, intriganti filtri tra quello che avrei poi definito l'opera dell'uomo, e il cielo che queste porte definivano e connotavano. L'atmosfera vagamente metafisica mi catturava. E mi diceva, l'ho capito dopo, che l'architettura, quando soprattutto a questa vengono delegati messaggi e ideologie, vuole, in una parola competere, prevalere sul contesto, perderà sempre e comunque il confronto con l'immane presenza e potenza della natura… Nei millenni potrà tutto scomparire, potranno rimanere tracce, sovrapposizioni di queste, dei tessuti di precedenti culture, ma alla fine la natura rilegge, rioccupa il suo ruolo, prevale alla fine sulle piccole litigiosità dei secoli: la natura racconta i millenni, le migliaia, i milioni di anni." (Gianni Pettena, ottobre 2014)
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Abstract: Sei disegni a matita su stampa digitale. Nei sei disegni, la parte centrale raffigurante il Monumento alla Vittoria di Bolzano, è una stampa digitale realizzata dall'artista scansionando dei propri bozzetti per l'opera "Architettura 'corretta'" (2014) presentata alla mostra di Museion "Soleil politique. Il museo tra luce e ombra". Lo sfondo invece è stato aggiunto a matita. I sei disegni rappresentano consecutivamente una trasformazione nei secoli e millenni del Monumento alla Vittoria fino alla sua completa sparizione. All'ultimo, infatti, sarà la natura a riappropriarsi dello spazio.

Live Through That?!
Bene culturale / Oggetto

Live Through That?! / Reynaud Dewar, Lili

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Titolo / Responsabilità: Live Through That?! / Reynaud Dewar, Lili

Descrizione fisica: media audiovisivo : Video (cad.) durata 10 min - 02 sec

Data:2014

Nota:
  • filmato (MP4)
  • "Il rapporto tra corpo e architettura è parte integrante delle performance della giovane artista francese Lili Reynaud-Dewar la quale nei suoi lavori fa convivere spunti eterogenei provenienti dalla cultura rastafari, dal jazz, dal Voodoo, dall’arte concettuale, dal cinema e dal design. Live Through That ?! fa riferimento a una poesia dell’autrice americana Eileen Myles: si tratta di un progetto iniziato nel 2001 nell’atelier dell’artista, successivamente esteso ad altri luoghi. Reynaud-Dewar si dipinge il corpo di nero, per poi filmare se stessa mentre danza all’interno dello spazio espositivo in assenza del pubblico. I movimenti della danza si rifanno a quelli di Joséphine Baker, ballerina, attrice e cantante franco-americana divenuta negli anni ’30 simbolo degli stereotipi razzisti, ma anche della lotta per il loro superamento. Attraverso le movenze mutuate da Baker, Lili Reynaud-Dewar si confronta non solo con la sala espositiva, ma anche con altre parti dell’edificio, come corridoi, uffici e vani di servizio." (Mostra "La forza della fotografia. Opere dalla Collezione Museion", Museion, 25.11.2016 – 17.09.2017)
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Abstract: Ed. unique, 1 + 1 AP - Due video in bianco e nero senza audio. I video mostrano l'artista nuda, dipinta di nero, mentre si muove danzando negli spazi di Museion. Reynaud Dewar passa non solo nelle sale espositive, ma anche nei corridoi, negli uffici e nei vani di servizio di Museion, solitamente non accessibili al pubblico. I video, nati e presentati in occasione della mostra di Museion "Soleil Politique. Il museo tra luce e ombra" (27.09.14 – 11.01.2015) vennero proiettati sulla facciata mediale.

Authentic News of Invisible Things (Kids)
Immagine / Fotografia

Authentic News of Invisible Things (Kids) / Martino, Rä di

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Titolo / Responsabilità: Authentic News of Invisible Things (Kids) / Martino, Rä di

Descrizione fisica: fotografia : opera altezza 112 cm - opera larghezza 165 cm

Data:2014

Nota:
  • pigmento
  • carta baritata
  • fotografato (fotografia a colori)
  • stampato
  • Quanta verità c'è in una messa in scena? Ci sono in legno, di tela o anche dipinti a mano. Parliamo di quelli che in gergo militaresco si definiscono dummy tanks, finti carri armati, impiegati sia nella prima che nella seconda guerra mondiale per ingannare i nemici, e ancora utilizzati ai giorni nostri. Parte da questo affascinante cortocircuito il lavoro di Rä di Martino, che presenta due nuovi video, girati a Bolzano (Nr.inv. Museion FCR19) ed una fotografia. La mostra ruota intorno ad un tema curioso: se la guerra utilizza spesso camouflage e messe in scena, il cinema tende invece ad utilizzare carri armati veri e propri. Mettere in luce le contraddizioni tra la realtà e la finzione; le ricerche sulla storia e la memoria collettiva; l'utilizzo di materiale d'archivio da un lato e di set cinematografici dall'altro: questi gli elementi su cui lavora l'artista. Che in un video ha ricreato una fotografia del 1918 proveniente dall'Imperial War Museum di Londra: un gruppo di civili osserva un finto carro armato lasciato per strada. Se nella situazione storica siamo nella cittadina francese di Lille, il video mostra una via del centro di Bolzano, quasi cento anni dopo, mentre un gruppo di comparse in abito d'epoca guarda un finto carro armato. La presenza del curioso mezzo militare non sembra disturbare troppo la situazione di composta messa in scena – il bianco e nero pone poi una rassicurante distanza tra l'osservatore e l'immagine. Distanza spezzata dai fotogrammi di un'altra ripresa video: qui si vede un carro armato vero attraversare le strade di Bolzano. Nessuna finzione, nessuna comparsa: l'artista ha filmato le reazioni di comuni passanti di fronte al passaggio, oggi, di una vera 'macchina da guerra' - con la consapevolezza che proprio a Bolzano ha sede l'Iveco Defence Vehicle (Iveco DV). 'Oggi, vedendo passare un simbolo bellico in una delle nostre città nessuno pensa a un'entrata in guerra, eppure in paesi geograficamente non troppo lontani da noi è così' – così Rä di Martino, quasi a suggerire che la messa in scena può contenere un alto grado di verità. Non a caso il titolo scelto per l'opera recita 'Authentic News of Invisible Things' (notizie autentiche di fatti invisibili), riadattamento dei versi del poeta inglese William Wordsworth. Nel continuo passaggio tra realtà e finzione, tra storia e presente lo sguardo dell'artista apre così nuove, inaspettate narrazioni di vicende storiche passate. (Mostra "Rä di Martino, Authentic News of Invisible Things", Museion Project Room, 26.09.2014 - 11.01.2015)
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Abstract: Ed. 1/3 - Fotografia a colori (stampa ai pigmenti su carta baritata) raffigurante due bambini visti di spalle mentre osservano un carro armato italiano in centro a Bolzano.

Authentic News of Invisible Things
Bene culturale / Oggetto

Authentic News of Invisible Things / Martino, Rä di

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Titolo / Responsabilità: Authentic News of Invisible Things / Martino, Rä di

Descrizione fisica: media audiovisivo : Video 1 durata 2 min - 39 sec - Video 2 durata 2 min - 48 sec - Video 3 (versione combinata) durata 5 min - 24 sec

Data:2014

Nota:
  • filmato (DVD)
  • Quanta verità c'è in una messa in scena? Ci sono in legno, di tela o anche dipinti a mano. Parliamo di quelli che in gergo militaresco si definiscono dummy tanks, finti carri armati, impiegati sia nella prima che nella seconda guerra mondiale per ingannare i nemici, e ancora utilizzati ai giorni nostri. Parte da questo affascinante cortocircuito il lavoro di Rä di Martino, che presenta due nuovi video, girati a Bolzano ed una fotografia (Nr.inv. Museion FCR18). La mostra ruota intorno ad un tema curioso: se la guerra utilizza spesso camouflage e messe in scena, il cinema tende invece ad utilizzare carri armati veri e propri. Mettere in luce le contraddizioni tra la realtà e la finzione; le ricerche sulla storia e la memoria collettiva; l'utilizzo di materiale d'archivio da un lato e di set cinematografici dall'altro: questi gli elementi su cui lavora l'artista. Che in un video ha ricreato una fotografia del 1918 proveniente dall'Imperial War Museum di Londra: un gruppo di civili osserva un finto carro armato lasciato per strada. Se nella situazione storica siamo nella cittadina francese di Lille, il video mostra una via del centro di Bolzano, quasi cento anni dopo, mentre un gruppo di comparse in abito d'epoca guarda un finto carro armato. La presenza del curioso mezzo militare non sembra disturbare troppo la situazione di composta messa in scena – il bianco e nero pone poi una rassicurante distanza tra l'osservatore e l'immagine. Distanza spezzata dai fotogrammi di un'altra ripresa video: qui si vede un carro armato vero attraversare le strade di Bolzano. Nessuna finzione, nessuna comparsa: l'artista ha filmato le reazioni di comuni passanti di fronte al passaggio, oggi, di una vera 'macchina da guerra' - con la consapevolezza che proprio a Bolzano ha sede l'Iveco Defence Vehicle (Iveco DV). 'Oggi, vedendo passare un simbolo bellico in una delle nostre città nessuno pensa a un'entrata in guerra, eppure in paesi geograficamente non troppo lontani da noi è così' – così Rä di Martino, quasi a suggerire che la messa in scena può contenere un alto grado di verità. Non a caso il titolo scelto per l'opera recita 'Authentic News of Invisible Things' (notizie autentiche di fatti invisibili), riadattamento dei versi del poeta inglese William Wordsworth. Nel continuo passaggio tra realtà e finzione, tra storia e presente lo sguardo dell'artista apre così nuove, inaspettate narrazioni di vicende storiche passate. (Mostra "Rä di Martino, Authentic News of Invisible Things", Museion Project Room, 26.09.2014 - 11.01.2015)
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Abstract: Ed. 2/5 - Due video a colori e in bianco e nero con audio. Il primo video è un reenactment derivato da una foto trovata su internet dall'artista. L'immagine rappresenta un gruppo di persone intorno a un finto carro armato in legno abbandonato per le strade di una città francese dopo la guerra. Rä di Martino ha riproposto fedelmente la scena nel centro di Bolzano, come un tableau vivant. Ha fatto ricostruire un carro armato in scala reale, posizionandovi intorno delle comparse vestite come le persone ritratte nella foto e infine ha filmato il tutto. Il secondo video è un ibrido tra performance e documentario. L'artista ha fatto circolare un vero carro armato nelle strade del centro di Bolzano senza alcuna comunicazione. Il carro armato ha percorso un breve tragitto fermandosi di volta in volta in punti diversi con lo scopo di rendere evidente la presenza del mezzo anche ai cittadini più distratti. Il tutto é stato ripreso da più cameraman con delle telecamere nascoste e il materiale montato in un unico video. Esiste anche una terza versione che combina varie scene tratte dai due video sopra citati in un unico filmato. Courtesy galleria Monitor, Roma e Copperfield Gallery, Londra Regia e montaggio: Rä di Martino Direttore della fotografia: Alessandro Chiodo Riprese live: Francesco Elipanni, Francesco Ippolito, Hilario Isola, Sebastiano Mauri Assistenti Operatori: Stefano Lisci, Jacopo Niccoli Scenografia: Giuseppe Prinzo Prodotto da: Museion, Matteo Viglietta spa, NCTM per l'arte, CAP Contemporary Art Projects Comparse: Thina Adams, Davide Brancalion, Carla Dalvit, Claudio e Elia Ferremi, Petra Guidi, Francesco Ippolito, Saman Kalantari, Ursula Klammer, Francesca Luzetti, Sara Nicoli, Daniel Obermair, Alessandra Pellitteri, Emilia Pometti, Francesca Premier, Daniela Recca, Cristina Righetti.

Taymir
Bene culturale / Oggetto

Taymir / Bove, Carol

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Titolo / Responsabilità: Taymir / Bove, Carol

Descrizione fisica: assemblage - installazione : opera (con piedistallo) altezza 172.5 cm - opera (con piedistallo) larghezza 40.5 cm - opera (con piedistallo) profondità 30.5 cm

Data:2014

Nota:
  • conchiglia
  • ferro
  • acciaio
  • cemento
  • ottone
  • montato (assemblage)
  • "I readymades naturali di Bove sono estratti a forza dalla loro temporaneità naturale, e posti all'interno del regno della scultura. Per Bove, l'esposizione conferisce significato a ciò che sembra banale e privo di valore, ponendo in questione ciò che definisce il detrito e l'opera d'arte. Le sue sculture dirigono l'attenzione verso la durata vitale di un oggetto, il suo passare dalla crescita all'attenuazione, trasformandosi in detrito e ciarpame, per diventare finalmente un materiale per una scultura. Mentre al momento attuale una 'opera d'arte', Bove riconosce questo status come affatto temporaneo, le opere d'arte 'sono assemblate a partire da oggetti non-artistici, e la mia proiezione fantastica è che essi possano ritornare ad uno stato di non-arte'." (Pavel Pys: "Carol Bove/Carlo Scarpa" in Carol Bove/Carlo Scarpa, Henry Moore Institute, Museion, Museum Dhondt-Dhaenens, Leeds 2014, pag. 107) "Attraverso la sua pratica scultorea, Carol Bove mette in discussione il modo in cui gli oggetti comunicano il loro significato e il loro passato. Spesso le sue sculture sono costituite da esemplari provenienti dal mondo naturale, disposti in modo sparso: pezzi di legno recuperati sulla spiaggia, piume, coralli e conchiglie, ma anche libri e fotografie. Ciascuno dei materiali selezionati è stato attentamente collocato su piedistalli, piattaforme e scaffalature, entrando così in dialogo reciproco. [...] Nello scegliere alcuni oggetti specifici e nel metterli insieme in maniera attenta e studiata, Bove indaga come un detrito apparentemente privo di valore sia in grado di diventare un'opera d'arte. [...] In Taymir (2014) una conchiglia, un nastro di metallo e un altro oggetto di metallo ritrovati formano una composizione realizzata con grandissima cura. Alcuni di questi oggetti sono stati raccolti intenzionalmente, altri sono detriti trovati casualmente nella zona portuale di Red Hook, a New York, dove l'artista vive e lavora. In tutte le sue sculture Bove utilizza gli elementi del display per attirare l'attenzione sulla durata di vita di un oggetto: il suo passaggio da crescita a declino, la trasformazione in rottame e rifiuto, fino a diventare materiale per una scultura. (Brochure "Carol Bove / Carlo Scarpa", Museion, Bolzano 2014, pag. 5 e 10)
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Abstract: Assemblage composto da una struttura in acciaio, a cui sono agganciati vari oggetti (due conchiglie, un objet trouvé metallico ed una fascia di ferro). Il tutto è appoggiato su una base in cemento, sorretta da un piedistallo in ottone.

Physical Examination
Bene culturale / Oggetto

Physical Examination / Trevisani, Luca

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Titolo / Responsabilità: Physical Examination / Trevisani, Luca

Descrizione fisica: media audiovisivo : Video durata 2 min - 36 sec

Data:2014

Nota:
  • filmato (DVD)
  • "La scultura intesa come indagine sulla materia e la sua continua trasformazione, nonché il passaggio di stato e l'effimero contrapposto all'immutevolezza che la scultura classica simboleggia, sono i punti di interesse attorno ai quali ruota il lavoro di Luca Trevisani. Scultore anche quanto plasma la materia attraverso film, installazioni video o performative, l'artista esalta la transitorietà e il processo che sottende alla creazione di qualcosa. Physical Examination (Ricerche fisiche) è un video che proviene infatti dal passaggio o meglio dalla transizione dalla materia pura alla forma scultorea. I serpenti utilizzati nel video sono sia un simbolo che uno strumento all'interno di questa ricerca. I rettili percorrono ed esplorano la struttura della scultura adattando di volta in volta il proprio corpo. Il video è basato sul contrasto tra la forma angolare e rigida della struttura in legno con la sinuosità e il continuo mutamento della forma degli animali. Anche il suono è parte di questa narrazione e proviene dalla materia dato che è prodotto dalla rielaborazione di tracce sonore e dal rumore provocato dallo strisciamento dei corpi sul materiale." (Sammeln für morgen. Neue Werke im Museion / Collezionare per un domani. Nuove opere a Museion, Museion, Longo, Bolzano 2015, pag. 165)
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Abstract: Ed. 1/6 - Video HD 16:9, a colori, con audio. (+ una versione adattata specificamente per la facciata mediale di Museion)

Art Theft Reversed
Bene culturale / Oggetto

Art Theft Reversed / Micheli, Sissa

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Titolo / Responsabilità: Art Theft Reversed / Micheli, Sissa

Descrizione fisica: media audiovisivo : video durata 3 min - 26 sec - foto videostill (cad.) altezza 15 cm - foto videostill (cad.) larghezza 22 cm

Data:2014

Nota:
  • filmato (HD-Cam)
  • "È il 1956 e Andy Warhol, che ancora non è diventato Andy Warhol, vuole regalare un quadro al Museum of Modern Art di New York. Che gli risponde no grazie, ci dispiace, ma non abbiamo posto. Cose che capitano, anche ai geni … Quante volte un grande artista, un inventore o un genio della scienza si è trovato di fronte a un rifiuto prima di diventare famoso? Cose che capitano, anche ai migliori. E che però non dovrebbero scoraggiare chi crede nel proprio talento. Parte da questa riflessione il lavoro concepito dall'artista Sissa Micheli (Brunico, 1975) per la facciata mediale di Museion. Il video nasce da una performance – l'artista, in tuta nera, si insinua negli spazi di Museion e si avvicina a una vetrina. Insomma, la classica situazione da furto di opere d'arte. Solo che, invece di sottrarre qualcosa dalle sale espositive, Sissa Micheli lo porta, di nascosto. Un furto d'arte al contrario. A essere introdotto furtivamente al museo è un foglio dattiloscritto, una lettera che racconta la storia di un grande rifiuto. Quello del Museum of Modern Art di New York, che nel 1956 disse di no nientemeno che a un certo Andy Warhol, che voleva donare un'opera al museo. Allora non era ancora il genio della pop art che sarebbe diventato e il museo gli rispose che non c'era posto per il suo quadro. E lo pregava anzi di venire a riprenderselo. 'Il messaggio che voglio trasmettere è che gli artisti e le artiste non dovrebbero farsi scoraggiare dai rifiuti delle grandi istituzioni, ma anzi considerarli come uno stimolo per arrivare in cima, come fu per Warhol'- così l'artista." (Facciata mediale Museion "Sissa Micheli - Art Theft Reversed", Museion, 07.-28.08.2014)
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Abstract: Ed. 1/1 + 1 A.P. - Video HD in bianco e nero con audio sul finale. Il video mostra l'artista in tuta nera mentre si aggira furtivamente nelle sale di Museion commettendo un furto d'arte al contrario: invece di sottrarre qualcosa, l'artista introduce un foglio dattiloscritto. Si tratta della lettera di rifiuto da parte del Museum of Modern Art di New York all'opera che Andy Warhol nel 1956 voleva donare al museo. Accompagnano il video anche 8 videostills (fotografie in bianco e nero su carta fotosensibile) esponibili eventualmente accanto al video.

Epicycles (eclipse)
Bene culturale / Oggetto

Epicycles (eclipse) / Skuber, Berty

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Titolo / Responsabilità: Epicycles (eclipse) / Skuber, Berty

Descrizione fisica: media audiovisivo : Video durata 5 min - 50 sec

Data:2014

Nota:
  • filmato (DVD)
  • Il lavoro nasce dalla fascinazione dell'artista intorno alla macchina di Anticitera, antico calcolatore meccanico ritrovato al largo dell'isola di Cerigotto in Grecia nel 1900. Questo sofisticato planetario, in grado di calcolare il sorgere del sole, le fasi lunari e i movimenti dei pianeti e molto ancora, testimonia l'alto livello di tecnologia e meccanica raggiunto dagli antichi greci, rimasto ineguagliato in epoca medievale. Intorno alla macchina Berty Skuber ha costruito una serie di immagini, da lei percepite vicine al meccanismo: come in un mosaico, nel video prendono forma i resti del naufragio, che lasciano il posto alla macchina corrosa dal mare e quindi ai suoi meccanismi e alla sua numerologia. Nel lavoro le immagini di documentazione e di reperti sono accostate agli interventi grafici dell'artista – spirali animate, mandala, collage, macchie di colore e campi di numeri. Attraverso il mito, il simbolo e il caos creativo di Berty Skuber avviene così una riattivazione poetica dell'antica macchina. Il video "Epicycles (eclipse)" è stato concepito dall'artista per la Lichtsicht Biennale di Bad Rothenfelde (Germania) nel 2013 ed è stato proiettato anche nell'ambito della seconda Biennale d'Arte Internazionale di Casablanca (2014). A Museion viene proiettato sulla facciata multimediale il 10 ottobre 2015 in occasione della Undicesima Giornata del Contemporaneo indetta da AMACI e il 27 novembre 2015 durante la Lunga Notte dei Musei di Bolzano.
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Ed. (complessivamente 55 copie) - Video a colori con audio. (+ una versione adattata specificamente per la facciata mediale di Museion) Nel video Skuber analizza un complesso orologio astronomico ritrovato in un relitto di nave sul fondo del Mar Egeo. Il video combina immagini di questo primo "calcolatore analogico" con vedute del luogo di ritrovamento, osservazioni astronomiche ed immagini del proprio repertorio artistico. Sound: John-Daniel Martin Post Production: Christoph Peer Hotel Aicha Video

Identity
Bene culturale / Oggetto

Identity / Dengler, Verena

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Titolo / Responsabilità: Identity / Dengler, Verena

Descrizione fisica: installazione : misure variabili - poster grande altezza 238 cm - poster grande larghezza 168.5 cm - poster piccolo altezza 119 cm - poster piccolo larghezza 82 cm - ricamo altezza 61 cm - ricamo larghezza 20 cm - tela altezza 80 cm - tela larghezza 30 cm - scaffalatura altezza 80 cm - scaffalatura larghezza 13 cm - scaffalatura profondità 10 cm - bottiglia di profumo altezza 10 cm - bottiglia di profumo diametro 8 cm

Data:2014

Nota:
  • carta
  • metallo
  • cotone
  • filato
  • lacca
  • vetro
  • colore ad olio
  • colore acrilico
  • tela
  • stampato
  • incollato (Collage)
  • ricamato
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Installazione a parete composta da: - un poster grande, - un poster piccolo, - una scaffalatura in metallo con un assemblage di libri ed una bottiglia di profumo vuota recante la scritta "IDENTITY / RAUMDUFT / LE VERNIS / 180 ml / interio", - un ricamo con intervento a lacca, - un dipinto ad olio e acrilico su tela. Nel 2017 l'artista Verena Dengler vinse ex aequo con il colletivo di artisti Invernomuto la prima edizione del Premio Museion (Museion Prize1) dedicato ai giovani artisti e artiste.

Geheimpapiere
Immagine / Fotografia

Geheimpapiere / Balestrini, Nanni

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Titolo / Responsabilità: Geheimpapiere / Balestrini, Nanni

Descrizione fisica: grafica : cornice (cad.) altezza 69 cm - cornice (cad.) larghezza 93.3 cm - cornice (cad.) profondità 3 cm

Data:2014

Nota:
  • carta
  • cartoncino
  • stampato
  • incollato (Collage)
  • "Spezzando le frasi e anche le parole, accostandole in modi apparentemente arbitrari, voglio arrivare a far scaturire un significato più profondo, irrazionale, che generi emozioni mentali, come fanno la musica e la pittura, non ragionamenti […]" (Nanni Balestrini)
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Serie composta da 10 collage di carta da giornale su cartoncino. Al centro di ciascun'opera una composizione di ritagli di scritte, singole lettere alfabetiche e immagini fotografiche.

The Big Blue
Bene culturale / Oggetto

The Big Blue / Gamper, Barbara

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Titolo / Responsabilità: The Big Blue / Gamper, Barbara

Descrizione fisica: tessuto : altezza 120 cm - larghezza 170 cm

Data:2014-2015

Nota:
  • tessuto
  • Diese Teppicharbeit ist Teil der 3-teiligen Serie „When our lips speak together (the postpartum series)“ und enstprang der Idee, für den Körper Matten zum Liegen zu schaffen, welche gleichzeitig auch als Wandtapisserien funktionieren. Die drei Teppiche lehnen sich einerseits der (bewusst) gewählten Narrative an Naturgebilde, wie das Meer, das Eis und den Wald an und spielen mit den jeweiligen Farben Blau, Grün und Grau/Lila. Die Farben sind vom dunkelsten bis zum hellsten Farbton arrangiert und erinnern an Wasserrippeln. Andererseits entstanden diese Arbeiten (unbewussterweise) unmittelbar nach der Geburt meines Sohnes und erinnern an das Bild einer Vulva. Die Verbindung des Bildes der Vulva mit dem des Meeres, Waldes und Eises stellt auch in dieser Arbeit die Frage nach dem Ursprung des Lebens und der direkten Verknüpfung von Mensch und Umwelt. (Barbara Gamper, 2021)
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: arazzo, tessuto a mano

Hoffnung
Bene culturale / Oggetto

Hoffnung / Alberti, Gino

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Titolo / Responsabilità: Hoffnung / Alberti, Gino

Descrizione fisica: disegno (arte) : altezza 120 cm - larghezza 120 cm - con cornice altezza 125 cm - larghezza 125 cm - profondità 3 cm

Data:2014

Nota:
  • inchiostro di china
  • carta
  • disegnato
  • Oltre al carboncino, la china è l’altra tecnica espressiva utilizzata da Gino Alberti, che si dimostra ideale per tradurre idee e pensieri in schizzi, in parte lasciati in bianco e nero e in parte colorati. L’artista, nelle sue raffigurazioni del paesaggio, allude alla potenza dell’immagine pervasa dallo sguardo sublime, per turbarlo e allo stesso tempo reinterpretarlo. Quando in un paesaggio montano appaiono elementi surreali come una genziana sovradimensionata, una funivia che simboleggia lo sfruttamento turistico e la parola “Hoffnung” (speranza), a caratteri cubitali, che splende al di sopra delle vette, allora non c’è più traccia di una visione romantica. (Günther Oberhollenzer, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 24)
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Raffigurazione di un paesaggio con valli e montagne. In primo piano una funivia attraversa la valle, a destra cresce una genziana sovradimensionata, sotto la quale una coppia si tiene per mano. Sullo sfondo il titolo dell’opera “Hoffnung” e altre parole chiave: “Liebe”, “Vergebung”, “Möglichkeit”, “Tod”, “Schmerz”, “Anerkennung”, “Versöhnung”. Sul retro del foglio firma d’autore e data: “Alberti 2014”.

Tiefgarage Lüsen
Immagine / Fotografia

Tiefgarage Lüsen / Angerer, Leonhard

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Titolo / Responsabilità: Tiefgarage Lüsen / Angerer, Leonhard

Descrizione fisica: fotografia : altezza 60 cm - larghezza 100 cm - con cornice altezza 63 cm - larghezza 102.5 cm - profondità 3 cm - peso 5 kg

Data:2014

Nota:
  • carta fotosensibile
  • alluminio
  • fotografato
  • stampato (stampa lambda)
  • Nelle sue opere fotografiche, Leonhard Angerer si occupa di architettura e paesaggi alpini, mettendo in luce soprattutto l’aspetto dell’urbanizzazione a scopo turistico e dell’appropriazione delle aree naturali da parte dell’uomo. In questo lavoro, l’ingresso del parcheggio interrato di Luson contrasta con il paesaggio montano incontaminato. Al centro, incorniciata da una massiccia struttura di cemento, una famiglia con due bambini contempla la natura. La prospettiva dell’immagine ricorda un paesaggio romantico, con i soggetti raffigurati di spalle e i genitori vestiti con il costume tradizionale altoatesino. (Günther Oberhollenzer, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 26)
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: La foto è nata nel 2014 casualmente nell’ambito dell’inaugurazione del garage di Luson. Il portale di questa costruzione funzionale si apre su un paesaggio di montagna che lo circonda. Infilata in mezzo e vista di schiena come figure accessorie, una coppia di genitori in costume tradizionale altoatesino con le sue figlie guarda fuori dal portale. Edizione 1/5. Sul retro in basso a destra firma d’autore, titolo, data e tecnica scritti con pennarello nero: “Leonhard Angerer / Tiefgarage Lüsen / 2014 Lambdaprint”.