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Archiv Nr. 151
Bene culturale / Oggetto

Archiv Nr. 151 / Werth, Letizia

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Titolo / Responsabilità: Archiv Nr. 151 / Werth, Letizia

Descrizione fisica: disegno (arte) : altezza 100 cm - larghezza 80 cm

Data:2012

Nota:
  • mina di grafite
  • cotone
  • disegnato
  • Nei suoi disegni Letizia Werth si concentra soprattutto su storie e persone dimenticate, spesso emarginate. La serie di immagini “lunatic pictures” si basa su documenti fotografici storici dell’istituto psichiatrico Hôpital de la Salpêtrière di Parigi dove, nel XIX secolo, è stato studiato il quadro clinico delle pazienti affette da isteria. Letizia Werth traduce le fotografie dei corpi femminili contorti in disegni di grande formato, trasformandole in messe in scena affascinanti e allo stesso tempo ripugnanti portando così alla loro rivalutazione. (Sabine Gamper, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 254) La serie fotografica “lunatic pictures” è basata su una documentazione fotografica storica dell’ospedale psichiatrico più famoso d’Europa nel XIX secolo, l’Hôpital de la Salpêtrière di Parigi. La struttura era famosa soprattutto per lo studio dell’isteria, malattia considerata prettamente femminile, e per il fatto di mettere pubblicamente in mostra le pazienti in un anfiteatro appositamente edificato a tale scopo. Nella sua serie “lunatic pictures” Letizia Werth riprende la documentazione di queste “ricerche” (pubblicate nella “Iconographie photographique de la Salpêtrière”, 1876-80) e mostra come un concetto medico e scientifico venga proiettato sul corpo femminile. Le contorsioni delle pazienti solitamente sotto ipnosi sono al contempo intriganti e ributtanti, ma sono soprattutto documenti di una messa in scena precisa intrisa di violenza. Attraverso un minuzioso processo di trasformazione su immagini di grande formato realizzate su tela nascono nuove opere che consentono una nuova interpretazione di documenti storici. (Letizia Werth, www.letizia werth.com, giugno 2014)
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Abstract: Archivio n° 151 dalla serie “lunatic pictures”. Disegno in bianco e nero sulla base di una fotografia dall'istituto psichiatrico La Salpêtrière a Parigi di una donna contorta all'indietro con vestito nero, grembiule e cuffia bianca. Sul retro in basso a destra siglato e firmato con matita: “Let 2012”. Senza cornice.

Haus
Bene culturale / Oggetto

Haus / Bernardi, Michele

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Titolo / Responsabilità: Haus / Bernardi, Michele

Descrizione fisica: scultura : altezza 12.5 cm - larghezza 19 cm - profondità 12.5 cm

Data:2012

Nota:
  • ferro
  • saldato
  • Nel plastico “Haus” (casa), di piccolo formato e realizzato con parti in ferro arrugginite e saldate fra di loro, contenuto, forma e fattura coincidono in modo diretto e prosaico. Questa scultura autoreferenziale è il modello in scala ridotta di un’abitazione realizzata con mezzi e materiali estremamente semplici. La miniaturizzazione esige di allontanare lo sguardo, mentre i processi artistici di saldatura e del collage derivano direttamente dal principio costruttivo del modello riprodotto. La strategia dell’esemplarità e del processo di lavoro mimetico in una forma laconica sollevano interrogativi fondamentali della pratica scultorea e del potenziale della scultura come operazione estetica. (Marion Piffer Damiani, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 38) Le prime opere di Bernardi testimoniano l’apertura e la curiosità nei confronti del materiale impiegato dall’artista. In maniera ludica e ironica, Bernardi lo esamina nella sua capacità di avere un significato, sviluppando con gesto audace e umoristico nuovi paradigmi spaziali. Con semplici materiali da bricolage, realizza cristalli di neve in compensato che poi utilizza come cerchioni per vecchie biciclette. […] Un elemento importante è il titolo, affermazione ironica da cui scaturisce il gioco. In realtà nei lavori di Bernardi tutto è legato alle sorprese del proprio pensiero e l’osservatore diventa parte attiva della matrice. Gli strumenti che utilizza sono oggetti di uso comune e forme organiche che fungono da vettori di significato e vengono sottoposti ad un rimescolamento e a una trasformazione paradossali. […] Semplicità, ingenuità e purezza alleggeriscono la greve logica espressiva ricollocandola in dimensioni umane. […] Dalla valenza mediale del suo atto di trasformazione nasce la poesia. Ed ecco il cambiamento: tratti minimalisti, ridotti, esistenti in quanto tali. Non più immagini, elementi figurativi, resi tridimensionali attraverso il materiale dove il riso è vicinissimo al materico. Ora questo elemento ludico e leggero scompare. Si dedica a elementi scenici mobili estrapolati dai libri di fisica come la freccia. E’ palese: acquista gravità, si moltiplica, si marzializza, imbrigliando lo spazio alla ricerca di nuovi percorsi. Giungiamo al peso ontologico dove un elemento paesaggistico trattiene solo un’idea di cielo e di orizzonte e la sua funzione tecnica diventa scultura. Un ultimo cenno di leggerezza. (Susanne Wester, 2004)
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Abstract: Scultura piccola intitolata "Haus" (casa), composta da pezzi di ferro in parte arrugginiti. Non firmato.

Platzhalter
Bene culturale / Oggetto

Platzhalter / Leimer, Sonia

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Titolo / Responsabilità: Platzhalter / Leimer, Sonia

Descrizione fisica: scultura : à altezza 43 cm - larghezza 25 cm - profondità 22 cm - catena lunghezza 156 cm

Data:2012

Nota:
  • acciaio
  • calcestruzzo (beton, cemento armato)
  • acciaio inossidabile
  • rivettato
  • fuso (in uno stampo)
  • L’occupazione dello spazio come processo sociale e sociopolitico è un tema ricorrente nelle opere di Sonia Leimer. I segnaposto marcano simbolicamente uno spazio vuoto, riservano provvisoriamente uno spazio (fisico) e lo tengono libero. Le opere scultoree della serie “Platzhalter” (segnaposto) si ricollegano a questa idea e rappresentano a loro volta qualcosa di mutabile, di (non ancora) definito. Materiali come cemento, asfalto o barre di rinforzo provengono da contesti urbani di strade ed edifici, e quindi, a loro volta, da aree di esperienza spaziale e composizione degli ambienti. I “Platzhalter” articolano codici spaziali e materiali, nonché schemi di azione per responsabilità territoriali e tracciamento di confini come variabili idiosincratiche e autoreferenziali. (Marion Piffer Damiani, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 126) Il “Platzhalter” (segnaposto) è parte di un gruppo di oggetti di Sonia Leimer e sinonimo di contemporaneità di situazioni legate al proprio tempo. Oltre ad implicare uno spazio, qui e ora, esso rimanda a qualcosa di futuro o già passato. Il fascino del segnaposto consiste nel creare uno spazio immaginario che supera i confini del oggetto stesso, dimostrando come una minima presenza spaziale possa dare origine a una superficie molto ampia. (Christina Nägele, „Panorama 4. Arte nuova in Alto Adige“, Forte di Fortezza 2012)
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Abstract: scultura in 2 parti.

Life in Progress
Immagine / Fotografia

Life in Progress / Frank, Julia

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Titolo / Responsabilità: Life in Progress / Frank, Julia

Descrizione fisica: fotografia : altezza 34.5 cm - larghezza 46.5 cm - con cornice altezza 57.5 cm - larghezza 69.5 cm - profondità 1.5 cm

Data:2012

Nota:
  • carta
  • fotografato (fotografia a colori)
  • stampato
  • Julia Frank ha scelto di diventare un’artista per comprendere meglio il mondo. Nella sua opera multimediale, osserva e analizza i processi che incontra nello spazio pubblico e privato, cercando di stravolgerne l’ordine. La fotografia “Life in Progress” documenta l’omonima installazione, composta da circa trecento cornici legate insieme. L’insieme di cornici vuote con le loro immagini mancanti rappresenta il bagaglio di ricordi dell’artista, ma anche il passato, i momenti e gli eventi caduti nell’oblio. (Günther Oberhollenzer, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 68) L’installazione è stata realizzata per la mostra collettiva “Alles Wird Gut” a Tarces nel 2012, dedicata al tema del fallimento dell’artista. Con quest’opera l’artista si riferisce al tema della mostra. Le cornici vuote sono collegate in una linea frammentaria, autobiografica in cui la mancanza dei soggetti e riquadri rappresenta i ricordi della sua vita, il passato, i suoi momenti ed eventi caduti nell'oblio riflettendo l’arte stessa e facendone di essa il costituente principale del suo “operato di vita”. Posizionando l’opera in mezzo allo spazio si creano due aree distinte. Quella pubblica, accessibile al visitatore in contrapposizione a quella inaccessibile e privata in fondo al vano. (Julia Frank, 2014)
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Abstract: Fotografia a colori dell’installazione “Life in Progress”, composta di circa 300 cornici di tipo, formato e materiale diverso. Edizione 1/2. Sul bordo inferiore titolo, data e firma d’autore scritti a matita e a pennarello: “LIFE IN PROGRESS, 2012”, “1/2”, “Julia Frank”.

Körperlandschaft
Bene culturale / Oggetto

Körperlandschaft / Bonell, Gotthard

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Titolo / Responsabilità: Körperlandschaft / Bonell, Gotthard

Descrizione fisica: dipinto : altezza 58 cm - larghezza 70 cm - profondità 1 cm - con cornice altezza 70.5 - larghezza 82.5 - profondità 4.5 - peso 10 kg

Data:2012

Nota:
  • carta
  • legno
  • dipinto
  • Nelle opere di Gotthard Bonell, c’è un continuo confondersi di paesaggi (naturali) e forme corporee (in decomposizione). Pelle e corpo diventano un’ossessione feticista ed erotica, gli strati sottostanti appaiono come paesaggi interiori. I corpi, smorzati in colori tenui, immersi nella vaghezza di un’atmosfera morbida e nebbiosa, rimangono frammentari e spezzati. Disegno e pittura si incontrano dialogando fra di loro, ma anche confrontandosi. La carta velina è utilizzata spesso come base: viene incollata sul pannello di legno a strati sottili e poi lavorata. (Günther Oberhollenzer, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 40)
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Abstract: Rappresentazione di una parte di corpo non identificabile nei toni del giallo-marrone davanti a uno sfondo scuro. Sul lato sinistro in basso firmato e datato con piuma: G. BONELL 2012." Incornicato.

Jumping Sisters
Immagine / Fotografia

Jumping Sisters / Micheli, Sissa

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Titolo / Responsabilità: Jumping Sisters / Micheli, Sissa

Descrizione fisica: fotografia : altezza 50 cm - larghezza 72 cm - con cornice altezza 52.5 cm - larghezza 74.5 cm - profondità 3 cm

Data:2012-2013

Nota:
  • carta
  • fotografato
  • stampato
  • Nelle sue fotografie, opere video e installazioni Sissa Micheli indaga la quotidianità e il conosciuto, rivelando nuove e insolite prospettive e suggestioni visive. Al di là del valore funzionale, fornisce agli oggetti livelli di significato carichi di influenze surreali. L’opera fotografica “Action Painting in the Dolomites” mostra biancheria colorata stesa su un filo di fronte al possente massiccio delle Tre Cime di Lavaredo. Questo particolare intervento pone il classico motivo fotografico turistico in un contesto insolito e ironizza sul concetto di action painting. (Günther Oberhollenzer, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 156) [...] Lo spettatore è immerso in una storia fittizia che gli prospetta un mondo di ricordi e immagini direttamente riconducibili al mondo del cinema o della televisione. Di altrettanta importanza nell'ambito del progetto è la serie di fotografie intitolata "YESTERDAY'S TOMORROWS" (2012/2013), 17 scatti realizzati in una villa abbandonata di Brunico risalente agli anni Trenta. L'artista ha intrecciato la storia della città e la memoria degli abitanti con la propria libera immaginazione, in questo senso la storia della villa è stata il vero e proprio punto di partenza per la realizzazione degli scatti. Nelle foto l’artista rimuove persone e oggetti dalla loro posizione abituale, li porta a galla, li appende, li fa volare, per poi cristallizzarli nell’istante fotografico. [...] Le immagini di Sissa Micheli esercitano un fascino di tipo ambivalente, da una parte esprimono la bellezza di un momento cristallizzato, dall’altra, in quanto effimere e perturbanti, esplorano paure e fantasie di carattere collettivo. Attraverso un lavoro che si colloca a metà tra fotografia, video e installazione, l'artista mette a punto un linguaggio specifico, basato sulla messa in discussione delle immagini e della loro capacità di generare cultura e codici culturali. (Sabine Gamper, in occasione della mostra FADE IN THE PAST! CUT! al Kunstaus Meran/o arte, 2013)
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Abstract: Dalla serie di opere “YESTERDAY´S TOMORROWS” in 17 parti. Edizione 3 + 1 AP. Due giovani donne saltano all’indietro su un letto matrimoniale. Sul retro in basso a desta un’etichetta adesiva con le didascalie dell’opera e firma d’autore scritti a pennarello nero: “S Micheli 1/3”. Con certificato di autenticità.

ICI
Immagine / Fotografia

ICI / Tschurtschenthaler, Felix

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Titolo / Responsabilità: ICI / Tschurtschenthaler, Felix

Descrizione fisica: fotografia : altezza 63 cm - larghezza 115 cm

Data:2012

Nota:
  • carta
  • alluminio
  • fotografato
  • stampato
  • Nelle sue fotografie di paesaggi Felix Tschurtschenthaler non mostra mai solo la natura. L’uomo c’è sempre stato e ha chiaramente lasciato tracce. L'artista è interessato a una natura non intatta, un paesaggio addomesticato da interventi infrastrutturali. La serie “Bergkultur” (cultura montana) mostra paesaggi lontani dall’idilliaca veduta da cartolina: impianti di risalita, gru e piste da sci sono evidenziate in rosso, per esempio con una tenda sul tetto di un rifugio di un pascolo montano innevato nelle Dolomiti di Sesto. Allo stesso tempo, il titolo “ICI” (abbreviazione di “imposta sulla proprietà comune”) allude ironicamente alla tassa su terreni e immobili, con le quali lo stato italiano, come accade con il turismo, apre sempre nuove fonti di reddito. (Günther Oberhollenzer, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 240) Nel lavoro fotografico di Felix Tschurtschenthaler, il solitamente decantato idillio del paesaggio alpino passa in secondo piano. Il colore rosso ammonitore mette in evidenza gli interventi dell’uomo spesso problematici, ma necessari, per promuovere economia e consumi. [...] (Lisa Trockner, mostra “Panorama 4. Arte nuova in Alto Adige”, Forte di Fortezza 2012)
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Abstract: Dalla serie "Bergkultur". Fotografia in bianco e nero di una vetta innevata con la cima davanti a un paesaggio boschivo e montuoso (Dolomiti di Sesto). Sul tetto della cima c´e´ una tenda rossa. Il titolo e´ ironico nei confronti dell´imposta comunale sugli immobili. Edizione 2/5 + 1 AP. Sul bordo in basso a sinistra firmato e datato con penna nera: Felix Tschurtschenthaler 2012. Sul retro al centro di nuovo Felix Tschurtschenthaler / 2012 / 2/5

I am
Bene culturale / Oggetto

I am / Hofer, Siggi

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Titolo / Responsabilità: I am / Hofer, Siggi

Descrizione fisica: dipinto : altezza 100 cm - larghezza 100 cm - profondità 4.5 cm

Data:2012

Nota:
  • colore acrilico
  • matita
  • tela
  • dipinto
  • Scrittura e testo sono elementi fondamentali nell’opera di Siggi Hofer. I contenuti vengono presentati in modo da generare ambiguità e mettere in discussione i convenzionali contesti semantici. Il testo “I am from Cadipietra” allude al luogo di provenienza dell’artista, nato a Steinhaus im Ahrntal/Cadipietra in Valle Aurina. L’incontro tra l’inglese “I am from” e il nome italiano della località permette di sovrapporre diversi significati di natura sociale, politica e giuridica, in modo da accentuare l’effettiva complessità di questa affermazione apparentemente semplice. (Sabine Gamper, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 86)
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Abstract: Quadro con scrittura. Testo in lettere maiuscole colorate "I AM FROM CADIPIETRA" su tela bianca. Sul retro sul lato destro firma d’autore e data scritte a mano con matita: “SIGGI HOFER 2012”.

Erdrutsch
Bene culturale / Oggetto

Erdrutsch / Hofer, Jörg

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Titolo / Responsabilità: Erdrutsch / Hofer, Jörg

Descrizione fisica: dipinto : altezza 240 cm - larghezza 190 cm - profondità 4 cm

Data:2012-2013

Nota:
  • marmo
  • colore a tempera all'uovo
  • tela
  • dipinto
  • La base della pittura di Jörg Hofer è la polvere di marmo fine, che diventa mezzo aptico per la progettazione di immagini. Mescolando la polvere con tempera all’uovo nascono rilievi superficiali densi che ricordano la pittura a fresco. Strato dopo strato, si sovrappongono strutture e profili. Si riconoscono depositi e crepe, sfregamenti e graffi. I colori usati, spesso del tono dell’ocra, opachi e terrosi, sono densi e intensi. L’artista riesce così a creare spazi di colore astratti, quasi monocromatici, con effetti spesso contemplativi. (Günther Oberhollenzer, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 82) Jörg Hofer è un pittore appassionato. I suoi quadri sono astratti, senza rimandi all’oggettualità. Nulla distoglie dalla pittura pura. I quadri si riducono all’essenziale: colore e forma. Per Hofer la pittura è una via per avvicinarsi alla natura e alle sue forze, per dare espressione alla sua intensa unione con essa. L’artista è alla ricerca di analogie strutturali tra natura e arte. Tuttavia egli non dipinge secondo natura. Il suo processo lavorativo assomiglia piuttosto alla sedimentazione della natura. Si potrebbe quasi credere che sia stata essa stessa a dipingere i quadri. Come superficie pittorica Hofer utilizza polvere di marmo molto fine che viene modellata e funge da mezzo tattile della creazione pittorica. Essa viene mescolata con colori a tempera all’uovo (pigmenti naturali, tuorlo, olio di lino e acqua) prodotti dall’artista stesso e vanno poi a formare superfici materialmente dense e a rilievo che ricordano la “pittura a fresco”. Hofer dipinge i suoi quadri per terra utilizzando il pennello e a volte anche le dita. Strato per strato si sovrappongono strutture e profili; sedimenti e incrinature, sfregamenti e graffi sono riconoscibili. I colori utilizzati - perlopiù tonalità opache color ocra e terra - sono saturi e intensi. In questo modo l’artista realizza opere astratte, spazi cromatici quasi monocromi che portano titoli quali “Permafrost” o “Smottamento”. L’atto pittorico, il suo prolungato e intenso lavoro ad un quadro appare centrale; nell’opera conclusa il gesto espressivo tuttavia cede il posto a un’atmosfera calma e talora contemplativa. Se un quadro vibra - così Hofer - e mette in movimento lo spazio, allora la sua opera è ben riuscita. (Günther Oberhollenzer, "born in the dolomites II", Vienna 2013)
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Abstract: Superficie a colori ocra, rosso e blu composti da sabbia di marmo di Lasa e tempera su tela. Sul retro scritto a mano con pennarello nero sul listello di legno della cornice firma d’autore, data e didascalia: “JÖRG HOFER 2012/13 ERDRUTSCH MARMORS. - TEMPERA AUF LEINEN 240 x 190 cm”.

2001 A Space Odyssey Stanley Kubrick
Bene culturale / Oggetto

2001 A Space Odyssey Stanley Kubrick / Rainer, Josef

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Titolo / Responsabilità: 2001 A Space Odyssey Stanley Kubrick / Rainer, Josef

Descrizione fisica: oggetto : televisore altezza 55 cm - larghezza 32 cm - con figura profondità 43 cm - cassa altezza 39 cm - larghezza 49 cm - profondità 34 cm

Data:2012

Nota:
  • materia plastica
  • vetro
  • metallo
  • gesso
  • dipinto
  • laccato
  • Josef Rainer crea un mondo parallelo in miniatura e capovolge il nostro modo di vedere. Il televisore di una volta, portatile e dal profilo bombato, crea attraverso un effetto speciale un nuovo mondo, che è in grado di far esplodere lo schermo per diventare indipendente. La scena di fantascienza del film di Stanley Kubrick “2001: Odissea nello spazio” prende vita e allo stesso tempo l’artista riesce a congelarla. Josef Rainer si occupa qui non solo del televisore come oggetto, ma anche dell’immagine nell’immagine, e lo fa in modo ironico. (Eva Gratl, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 190)
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Abstract: Oggetto dalla serie “Televisoren”. Scena di un cosmonauta sospeso dentro e fuori da un televisore. Figura in gesso in due parti, il busto entro un televisore Grundig degli anni Settanta (55 x 32 x 27 cm), la parte bassa del corpo è applicata all’esterno dello schermo e sporge di cm 16. Il televisore è illuminato da 2 lampade a LED. La cassa di trasporto (legno 39 x 49 x 34 cm) con la scritta “2001 ODYSEE IM WELTRAUM” funge anche da base per l’installazione.

Installazione cubo Passo del Rombo
Immagine / Fotografia

Installazione cubo Passo del Rombo / Martinelli, Christian

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Titolo / Responsabilità: Installazione cubo Passo del Rombo / Martinelli, Christian

Descrizione fisica: fotografia : altezza 80 cm - larghezza 80 cm - con cornice altezza 110 cm - larghezza 110 cm - profondità 5 cm - peso 10 kg

Data:2012-2015

Nota:
  • carta fotosensibile
  • fotografato
  • stampato (stampa lambda)
  • Nelle sue fotografie, Christian Martinelli va alla ricerca di luoghi e situazioni che sono influenzati il meno possibile dal mondo civilizzato. Scatta foto con una gigantesca macchina fotografica digitale, con un cubo specchiato di 2 x 2 x 2 m. Al pari di una camera oscura, il “Cube” cattura letteralmente le immagini attraverso la pura incidenza della luce. Un processo che, sotto molti aspetti, ricorda quello della pittura: quadri dipinti con la luce. Parallelamente, l’artista realizza sempre fotografie del cubo come oggetto nel paesaggio. Attraverso il riverbero delle sue superfici esterne, il cubo è così immerso nell’ambiente circostante, da mimetizzarsi perfettamente. (Sabine Gamper, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 142)
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Abstract: Lavoro fotografico dal progetto "Confini". Esso mostra l’installazione in montagna di un cubo specchiante. Il cubo dalle pareti di alluminio e di 2 x 2 x 2 metri, posizionato sul Passo del Rombo funziona come una camera oscura e genera immagini analoghe di grande formato (100 x 130 cm) dei dintorni. Foto scattata nel 2012 e prodotta nel 2015, edizione 1/7. Sul retro un’etichetta adesiva con le didascalie, data e firma d’autore scritti a mano con pennarello nero.

Cube Photo Passo del Rombo
Immagine / Fotografia

Cube Photo Passo del Rombo / Martinelli, Christian

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Titolo / Responsabilità: Cube Photo Passo del Rombo / Martinelli, Christian

Descrizione fisica: fotografia : altezza 80 cm - larghezza 80 cm - con cornice altezza 110 cm - larghezza 110 cm - profondità 5 cm - peso 10 kg

Data:2012-2015

Nota:
  • carta fotosensibile
  • fotografato (fotografia a colori)
  • Nelle sue fotografie, Christian Martinelli va alla ricerca di luoghi e situazioni che sono influenzati il meno possibile dal mondo civilizzato. Scatta foto con una gigantesca macchina fotografica digitale, con un cubo specchiato di 2 x 2 x 2 m. Al pari di una camera oscura, il “Cube” cattura letteralmente le immagini attraverso la pura incidenza della luce. Un processo che, sotto molti aspetti, ricorda quello della pittura: quadri dipinti con la luce. Parallelamente, l’artista realizza sempre fotografie del cubo come oggetto nel paesaggio. Attraverso il riverbero delle sue superfici esterne, il cubo è così immerso nell’ambiente circostante, da mimetizzarsi perfettamente. (Sabine Gamper, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 142)
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Abstract: Lavoro fotografico dal progetto "Confini". Raffigura un paesaggio innevato in alta montagna. La foto è stata realizzata da un cubo di 2 x 2 x 2 metri rivestito di specchi, una camera oscura, posizionata sul Passo del Rombo che genera immagini analoghe di grande formato e alta qualità. Foto scattata nel 2012 e prodotta nel 2015, Edizione 1/1. Sul retro un’etichetta adesiva con le didascalie, data e firma d’autore scritti a mano con pennarello nero.

ricordino funebre
Bene culturale / Oggetto

ricordino funebre / Raffeiner Markus

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Titolo / Responsabilità: ricordino funebre / Raffeiner Markus

Descrizione fisica: ricordino funebre

Data:2012

Nota:
  • carta
  • stampato
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Abstract: Sterbebild von Erwin Mair geb. am 20.09.1937 gest. am 10.06.2012

ricordino funebre
Bene culturale / Oggetto

ricordino funebre

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Titolo / Responsabilità: ricordino funebre

Descrizione fisica: ricordino funebre

Data:2012

Nota:
  • carta
  • stampato
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Abstract: Sterbebild von Ignaz Molling geb. am 13.03.1927 gest. am 14.11.2012

ricordino funebre
Bene culturale / Oggetto

ricordino funebre

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Titolo / Responsabilità: ricordino funebre

Descrizione fisica: ricordino funebre

Data:2012

Nota:
  • carta
  • stampato
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Abstract: Sterbebild von Martha Prosch geb. am 6.12.1966 gest. am 31.12.2012

Nur eine Handvoll Dreck!
Immagine / Fotografia

Nur eine Handvoll Dreck! / Leimer, Sonia

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Titolo / Responsabilità: Nur eine Handvoll Dreck! / Leimer, Sonia

Descrizione fisica: grafica : opera altezza 24 cm - opera larghezza 34 cm - cornice altezza 25 cm - cornice larghezza 35 cm - cornice profondità 1.5 cm

Data:2012

Nota:
  • carta patinata
  • vetro
  • stampato (serigrafia)
  • "La pratica artistica di Sonia Leimer esprime il contrasto tra spazio e tempo e si interroga sul significato che assumono i materiali in relazione alla loro manipolazione concettuale. Procedendo spesso per paradossi e straniamenti, il suo lavoro mediale è caratterizzato da una cura meticolosa dei dettagli. Per la project room di Museion, l'artista ha realizzato un progetto che prende spunto dall'immaginario cinematografico western."
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Abstract: Ed. 1/30 - 30/30 + 10 AP - Inv. Museion: 1/30 - Lastra di vetro serigrafata in nero. Attraverso delle mancanze circolari nello strato di colore nero, sono visibili delle immagini di fumetti western. L'edizione è stata realizzata per la vendita presso il Bookshop di Museion in occasione della mostra di Sonia Leimer al project room di Museion "Along those lines" del 2012.

Trittico 57
Bene culturale / Oggetto

Trittico 57 / Arena, Francesco

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Titolo / Responsabilità: Trittico 57 / Arena, Francesco

Descrizione fisica: installazione : lastra 1 altezza 275 cm - lastra 1 larghezza 122 cm - lastra 1 profondità 5 cm - lastra 2 altezza 275 cm - lastra 2 larghezza 124 cm - lastra 2 profondità 5 cm - lastra 3 altezza 275 cm - lastra 3 larghezza 120 cm - lastra 3 profondità 5 cm

Data:2012

Nota:
  • travertino
  • scalpellato
  • L'installazione concepita per Museion è composta da tre lastre di travertino con cui l'artista ha congiunto, attraverso un processo scultoreo, due avvenimenti storici accaduti nel 1957: Il primo evento è un'operazione di completamento e riguarda la città di Bolzano. In occasione della visita del presidente della repubblica Giovanni Gronchi, viene infatti tardivamente integrato il fregio trionfale che l'artista Hans Piffrader aveva realizzato nel '43 per la Casa Littoria, attualmente sede degli Uffici Finanziari di Bolzano. Le tre lastre mancanti vanno a completare la figura di Mussolini a cavallo. Il secondo avvenimento storico riguarda, invece, il distacco di Italo Calvino dal partito comunista italiano. Con una lettera sul quotidiano "L'Unità", lo scrittore si distanzia infatti dal partito per il suo modo reazionario di intendere il comunismo. In Trittico 57 questi due eventi storici convergono. Le tre lastre che compongono l'installazione di Arena corrispondono, per materiale e dimensioni, a quelle che hanno completato il fregio di Piffrader nel '57. Il travertino che le compone, ha accolto però un nuovo bassorilievo, nato dall'unione dei due momenti storici. Sulle lastre l'artista ha scolpito la lettera scritta da Calvino nel '57. L'intervento rimane, a prima vista, impercettibile: le parole sono infatti in codice morse. Attaccare e staccare, battere e sollevare, è il movimento base del codice morse, che Arena da qualche tempo unisce all'interesse per la storia e con cui ha già tradotto.
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Tre lastre di travertino romano (trittico) con codice morse scolpito, con cui l'artista ha congiunto due avvenimenti storici accaduti nel 1957. Sulle lastre di travertino, che per materiale e dimensione equivalgono a tre lastre del fregio di Piffrader sull'attuale sede degli Uffici Finanziari di Bolzano, l'artista ha scolpito, traducendola in codice morse, la lettera di Italo Calvino del 1957 pubblicata sul quotidiano "L'Unità", con la quale si distanzia dal Partito Comunista.

Tea 1391
Bene culturale / Oggetto

Tea 1391 / Torres, Mario Garcia

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Titolo / Responsabilità: Tea 1391 / Torres, Mario Garcia

Descrizione fisica: media audiovisivo : Video durata 64 min

Data:2012

Nota:
  • filmato (Blu-ray Disc)
  • Tea è un film essay ed una documentazione di Mario Garcia Torres su One Hotel a Kabul, Afghanistan di Aligiero Boetti. Che cosa significa ritornare in un luogo, mentre lo si sta visitando per la prima volta? Come può un ospite divenire oste per essere arrivato anni dopo? Quanto dista l'Afghanistan dal Messico? Il film elabora queste domande, riferendosi al rapporto tra le storie di Mario Garcia Torres e di Alighiero Boetti.
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Film a colori 35mm (trasferito su Blue-ray Disc HD), con audio.

Western
Bene culturale / Oggetto

Western / Leimer, Sonia

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Titolo / Responsabilità: Western / Leimer, Sonia

Descrizione fisica: media audiovisivo : Video durata 5 min - 23 sec - Lastra di cemento altezza 120 cm - Lastra di cemento larghezza 200 cm - Lastra di cemento profondità 7 cm

Data:2012

Nota:
  • cemento
  • filmato
  • Il video 'Western' di Sonia Leimer inizia con un lento movimento della telecamera su un paesaggio che ricorda quello dei film western, fino all'incontro con un'orchestra tutta al femminile che suona una famosa colonna sonora del classico western composta da Elmer Bernstein per il film 'I Magnifici Sette' (1960) di John Sturges. In realtà il paesaggio è quello georgiano, terra di confine tra Europa e Asia, e zona di conflitto. Utilizzata come ambientazione per la realizzazione di diversi film, la Georgia ha incarnato l'immaginario Western nel cinema.
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Ed. 1/3 + 1 A.P. - Video a colori (16:9) con audio proiettato su lastra di cemento.

Rogo
Bene culturale / Oggetto

Rogo / Vitone, Luca

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Titolo / Responsabilità: Rogo / Vitone, Luca

Descrizione fisica: media audiovisivo : film durata 2 min - 22 sec

Data:2012

Nota:
  • proiettato
  • filmato (negativo, pellicola 16 mm)
  • L'artista Luca Vitone ha riadattato il video "Rogo", presentato sulla facciata mediale di Museion a luglio 2012. Il video, girato in 16 millimetri, è un'inquadratura fissa sulla combustione in atto nel termovalorizzatore di Bolzano, diventando così un grande monocromo in movimento sulle tinte del rosso.
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Edizione unica di 3 variazioni differenti - Proiezione a parete da pellicola Super 16 mm a colori.