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Trovati 200703 documenti.

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My Word
Bene culturale / Oggetto

My Word / Gerz, Jochen

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Titolo / Responsabilità: My Word / Gerz, Jochen

Descrizione fisica: Concetto

Data:1999

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Abstract: "My Word" è un lavoro pubblio dell'artista Jochen Gerz svoltosi nel 1999 in concomitanza con la mostra di Museion "Res Publica". Per mezzo di annunci pubblicitari sui quotidiani Dolomiten e Alto Adige, l'artista ha esortato gli interessati a consegnare a Museion, scrivendo sul foglio di giornale, la parola che in assoluto ciascuno ritenesse essere la più cara o la più importante. Le parole scritte vennero poi consegnate ed esposte a Museion. Ai 245 partecipanti venne consegnata in forma di comodato da parte del museo una t-shirt concepita appositamente dall'artista, sulla quale scrivere la propria parola e da poter indossare o esporre a casa propria. "My Word" continua a fare parte della collezione pubblica di Museion, indifferentemente se le t-shirt siano in uso o siano andate perse o dimenticate. Dopo Bolzano, "My Word" si svolse al confine tedesco-danese a Kiel (Kunsthalle Kiel) e TØndern (SØnderjyllands Museum) ed al confine tra il Canada e gli Stati Uniti a Windsor e Detroit (Art Gallery of Windsor). L'invito è sempre stato indirizzato a due gruppi linguistici.

Atlante secondo Lenin
Immagine / Fotografia

Atlante secondo Lenin / Mari, Enzo - Leonetti, Francesco - Edizioni L'Erba Voglio

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Titolo / Responsabilità: Atlante secondo Lenin / Mari, Enzo - Leonetti, Francesco - Edizioni L'Erba Voglio

Descrizione fisica: grafica : cornice altezza 75 cm - cornice larghezza 145 cm - cornice profondità 1.5 cm - litografia (cad.) altezza 45.5 cm - litografia (cad.) larghezza 33 cm

Data:1976

Nota:
  • carta
  • stampato (litografia)
  • Enzo Mari Francesco Leonetti: ATLANTE SECONDO LENIN Ciò che si tenta in questo Atlante secondo Lenin e dichiaratamente ambizioso: tracciare, nei modi della comunicazione visiva, i nessi e le correlazioni essenziali del materialismo ‘militante’ di oggi, mantenendone per intero il rigore e l'incisività. Non quindi un'ennesima opera di divulgazione; ma piuttosto, attraverso il massimo di inventività Intellettuale, uno strumento di base per chi si ponga oggi, da qualunque posizione, i problemi della strategia rivoluzionaria e della sua comunicabilità. Le linee si intrecciano e si scontrano, perforano o indietreggiano, attraversano montagne volanti e spazi di ‘diecimila li senza polvere’ (Mao); insomma, in un momento in cui tutto è confuso, frainteso, imbrogliato, mistificato, tradito, la forza del disegno rilancia la freccia scoccata nel cuore della storia moderna del materialismo marxista. Gli autori: Enzo Mari progettista e ricercatore, Francesco Leonetti scrittore e politico, Eleonora Florani studiosa di Engels e Lenin Edizioni L'ERBA VOGLIO
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Abstract: Ed. 7/150 - Sei litografie a colori (entro unica cornice) con la "Carta storica / Carta sociale / Carta economica / Carta geografica / Carta politica / Carta culturale" del 1974, tratte dal volume "ATLANTE SECONDO LENIN. CARTE DELLO SCONTRO DI LINEA, OGGI / con definizioni di problemi, e con un apporto di Eleonora Fiorani", Edizioni L'Erba Voglio, 1976, Milano.

Bild Nr. 15 Drei Rädchen
Immagine / Fotografia

Bild Nr. 15 Drei Rädchen / Glauber, Hans

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Titolo / Responsabilità: Bild Nr. 15 Drei Rädchen / Glauber, Hans

Descrizione fisica: fotografia : opera altezza 70 cm - opera larghezza 97 cm - opera profondità 1 cm

Data:1964

Nota:
  • legno
  • carta fotosensibile
  • fotografato
  • "I miei lavori nascono fotograficamente. La particolarità del mezzo fotografico, la sua grafia oggettiva nei processi semi-meccanici di realizzazione, oltre alla scelta del materia di partenza, sono di centrale importanza per la mia intenzione estetica. Come materiale di partenza utilizzo fotografie di macchine. In seguito un processo foto-chimico (solarizzazione) crea linee e contorni e fa altresì apparire le loro strutture. Ora, le relazioni funzionali sono visibili solamente come tracce nello spazio. La macchina viene dissolta nella sua forma visibile e la sua corporeità recede. La dissoluzione determina contemporaneamente la nascita di una nuova forma, che è da considerarsi come materiale da costruzione per la futura immagine. È mia ambizione liberare il materiale il più possibile dal funzionalismo originale e quindi porlo in un nuovo contesto estetico. Dipende dal livello di astrazione del materiale originale; se le nuove forme posseggono ancora qualcosa di corporeo come nei miei lavori precedenti, e se negli spazi appena creati resta traccia dei rapporti funzionali originali in rapporto con la nuova totalità dell’immagine. In alcuni casi queste tracce vengono utilizzate come unità costante, che attraverso una disposizione simmetrica o seriale forniscono sempre nuove immagini. [...] Mi sembra importante separare il mio lavoro da movimenti artistici simili. Non è la macchina stessa a diventare oggetto di manipolazione estetica, come lo è stato con Tinguely, ma lo è soltanto l'immagine della macchina. Le macchine non vengono distrutte, ma dalle immagini delle macchine vengono ricavate tracce di funzionalità ottenute tramite una riduzione astratta ed infine condotte ad una nuova struttura estetica." (traduzione dal tedesco. Hans Glauber "Anmerkungen" in: Aus der mechanischen Stadt, Bilder und Lithographien von Hans Glauber, Galerie nächst St. Stephan, Vienna 22-30 novembre 1967)
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Abstract: Solarizzazione su carta fotosensibile, montata su pannello di masonite. L'immagine riprende fotografie di macchine da scrivere o calcolatrici manipolate con la tecnica fotografica di solarizzazione e del collage.

Sonic Youth Pavilion
Bene culturale / Oggetto

Sonic Youth Pavilion / Graham, Dan

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Titolo / Responsabilità: Sonic Youth Pavilion / Graham, Dan

Descrizione fisica: installazione : Installazione altezza 200 cm - Installazione lunghezza 986.9 cm - Installazione larghezza 776.4 cm

Data:2008

Nota:
  • acciaio
  • vetro
  • specchio
  • montato
  • Il lavoro di Dan Graham indaga le relazioni tra l'architettura e i suoi effetti psicologici; esso è ancora oggi efficace esattamente come alla fine degli anni Sessanta, quanto l'artista iniziò ad indagare i rapporti tra ambiente architettonico i suoi abitanti. Nel corso degli anni Settanta, Graham ricerca nel suo padiglione specchiante/a specchio/riflettente, che funge da spazio per installazioni audio o video, l'atto voyeuristico del guardarsi mentre contemporaneamente si possono osservare anche altre persone. Questa sovrapposizione di esperienze crea una doppia percezione all'interno di uno spazio o di un pubblico mutevole. Dan Graham descrive l'ampio procedimento del suo lavoro come "forme geometriche che si attivano grazie all'occupazione dello spazio e alla presenza dell'osservatore, che creano un senso di disagio e di straniamento psicologico attraverso un costante gioco di sentimenti di inclusione ed esclusione."
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Abstract: Esemplare unico - Installazione (Padiglione) composto da tre parallelepipedi collegati tra di loro per mezzo di un unico corridoio. Il padiglione con pareti in acciaio inossidabile, vetro e specchi semiriflettenti è pensato come uno spazio per ospitare installazioni video o audio.

de ou par Marcel Duchamp ou Rrose Sélavy (Boîte-en-valise)
Bene culturale / Oggetto

de ou par Marcel Duchamp ou Rrose Sélavy (Boîte-en-valise) / Duchamp, Henri Robert Marcel

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Titolo / Responsabilità: de ou par Marcel Duchamp ou Rrose Sélavy (Boîte-en-valise) / Duchamp, Henri Robert Marcel

Descrizione fisica: assemblage : scatola chiusa altezza 9 cm - scatola chiusa larghezza 37.5 cm - scatola chiusa profondità 40 cm - scatola aperta altezza 40 cm - scatola aperta larghezza 104.1 cm - scatola aperta profondità 42 cm

Data:1961

Nota:
  • cartoncino
  • carta
  • lino
  • legno
  • celluloide
  • composto (tecnica mista)
  • Complessivamente esistono sette serie (A-G) con misure e date diverse.
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Abstract: Serie D (edizione tratta da 30 scatole non numerate, assemblate da Jacqueline Matisse Monnier) - La Boîte-en-valise (francese: scatola-in-valigia) di Duchamp riproduce una sorta di museo in miniatura. All'interno della scatola rivestita di tela verde sono inserite 69 repliche in miniatura di opere dell'artista corredate da didascalie su carta. Le miniature vengono riposte all'interno della scatola tramite un sistema di inserimento ideato appositamente per quest'opera. La lista delle repliche in miniatura con didascalia: - "50 cc air de Paris" (Ready made; haut. 0m12) Paris, 1919 Coll. Arensberg - "...pliant,... de voyage." (Ready made; haut. 0m23) New York, 1917 - "Fountain" by Richard MUTT (Ready made; haut. 0m60) New York, 1917 - "Why Not Sneeze, Rrose Sélavy?" Rrose Sélavy, New York 1921 0m26 x 0m15 x 0m14 (Fer peint, marbre, bois, thermomètre) Coll. Arensberg - "3 stoppages èlalon" (Fil; haut. moins d'un mètre) Paris 1913-14 et leurs 3 règles à tracer Coll. Dreier - "Sonate" (Huile; 1m42 x 1m12) Rouen Jan. 1911 terminé Neuilly, Sept. 1911 Coll. Arensberg - "La broyeuse de chocolat" La broyeuse de chocolat (Huile-Fil-mine de plomb 0m64 x 0m53) Paris, Fév. 1914 Coll. Arensberg - "Moulin à café" (Huile; haut. 0m33) Neuilly, Oct. 1911 Coll. Lignières - "Nu descendant un escalier" (Huile; haut. 1m45) - Neuilly, Jan, 1912 Coll. Arensberg - "Mariée" (Huile; haut. 1m) Münich Août 1912 Coll. Arensberg - "Le roi et la reine entourés de nus vites" (Huile; haut. 1m30) Neuilly, May 1912 Coll. Arensberg - "La Mariée mise à nu par ses célibataires, même" (Verre; haut. 3m) New York 1915-23 Coll. Dreier - "Tu m'" (Huile; mine de plomb, goupillon) New York 1918 Coll. Dreier - "Ready made" (Acier - 0m16 x 0m03 x 0m002) New York, Feb. 17 1916, 11: A.M. Coll. Arensberg - "9 moules malie" (Verre; 1m long.) Paris, 1914 Coll. Rochè - "L.H.O.O.Q." (Ready made rectifié; haut. 0m18) Paris 1919 - "Soins dentaires du Dr Tzanck" Paris 1919 (dimensions originales) Coll. Tzanck - "Ready made rectifié" New York 1923 (haut. 0m50) Coll. Hellstrom - "tiré à 30 exemplaires" Paris 1924 (dimensions originales) - "Bottle Rack" Haut. 0m59, diam. base 0m37) Paris 1914 Coll. Man Ray - "Ready made" (Bois; haut. 0m40) New York 1917 - "In advance of the broken arm" (Ready made; haut. 1m) New York 1915 - "Ready made malheureux" (Précis de géométrie; haut. 0m21) Paris 1919 - "Sculpture de voyage" (Caoutchouc; dimensions variables) Buenos Aires, 1918 Coll. Dreier - "Pharmacie" (Ready made; haut. 0m25) Rouen, Jan. 1914 Coll. Man Ray - "Roue de bicyclette", "Trébuchet" Roue de bicyclette (exemplaire 1916) Trébuchet (porte-manteau accroché au sol - 1917) - "Apolinère enameled" (Ready made rectifié; long. 0m33) New York 1916-17 Coll. Arensberg - "Ready made Aidé" (à bruit secret) New York Pâques 1916. (Laiton, corde; 0m12 x 0m12 x 0m12) Coll. Arensberg - "Ready made Aidé" - "Médiocrité" (Mine de plomb; haut. 0m14) Neuilly, 1912 Coll. Breton - "Portrait" (Huile; haut. 1m45) Neuilly 1911 Coll. Arensberg - "A propos de jeune soeur" (Huile; haut. 0m70) Rouen, 1911 Coll. Rochè - "YVONNE ET MAGDELEINE DÉCHIQUETÉES" (Huile; long. 0m70) Veules, Sept. 1911 Coll. Arensberg - "Encore à cet astre" (Mine de plomb; haut. 0m23) Neuilly, 1912 Coll. Arensberg - "Portrait père" (Huile; haut. 0m81) Rouen, 1910 Coll. Arensberg - "Portrait du Dr. Dumouchel" (Huile; haut. 1m) Neuilly, Avril 1910 Coll. Dumouchel - "Le Buisson" (Huile; haut. 1m30) Neuilly, Déc. 1910 Coll. Arensberg - "Partie d'éhecs" (Huile; larg. 1m46) Puteaux Août 1910 Coll. Tovell - "À regarder d'un oeil, de près, pendant presque une heure" (Verre, rouille, argenture; haut. 0m45) Buenos Aries, 1918 Coll. Dreier - "Couverture" (collaboration avec Man Ray). New York, Avril 1921 (dimensions originales) - "Témoins oculistes" (à regarder en transparence) Papier carbone; haut. 0m33 New York 1920 Coll. Arensberg - "Coeurs volants" (Couverture, Paris 1936) - "Jeune homme triste dans un train" (Huile; haut. 0m81) Neuilly, Déc. 1911 Coll. Pach - "Joueurs d'echecs" Neuilly, Oct. 1911 (Encre et fusain; 0m40 long.) Coll. Arensberg - "Joueurs d'échecs" (Huile; haut. 0m54) Neuilly Déc. 1911 Coll. Villon - "Portrait de joueurs d'échecs " (Huile; 0m97 x 0m97) Neuilly, Oct. Nov. 1911 Coll. Arensberg - "Nu descendant un escalier" - esquisse- (Huile, carton; haut. 0m95) Neuilly, Déc. 1911 Coll. Arensberg - "Rotative plaques verre" -Point de vue à 1m dans l'axe- (1m70x1m25x1m) New York, 1920 Coll. Dreier - "Rotative demi-sphère" -Point de vue à 1m dans l'axe- (1m50x0m70x0m50) Paris, 1925 Coll. Roché - "Rotative plaques verre" (Stéréoscopie Man Ray) New York, 1920 - "Stéréoscopie à la main" (Photo rehaussée; haut. 0m05) Buenos Aires, 1918 Coll. Dreier - "Rotorelief" Disque optique (dimensions originales) Faire tourner à 35 tours par minute Paris, 1935 - "2 nus: un fort et un vite" (Dessin; haut. 0m20) Neuilly, 1912 Coll. Bomsel - "Le roi et la reine traversés par des nus vites" (Aquarelle; 0m45 long.) Neuilly, 1912 Coll. Arensberg - "Le roi et la reine traversés par des nus vites" Neuilly, 1912 (Dessin; 0m40 long.) Coll. Arensberg - "Cimetière des uniforme set livrées" (Mine de plomb; long. 0m35) Paris, 1913 Coll. Arensberg - "Glissière" (vue de dos) Verre Coll. Arensberg, Philadelphia Museum of Art - "Broyeuse de chocolat" (Huile; haut. 0m60) Neuilly, Avril 1913 Coll. Arensberg - "Elevage de poussière" (Dos du grand verre; détail.) Photo Man Ray, New York, 1920 - "Combat de boxe" (Dessin rehaussé; haut. 0m41) Paris, 1913 Coll. Arensberg - "Le passage de la Vierge à la Mariée" (Huile; haut. 0m60) Münich, Juillet-Août 1912 Coll. Muséum of Modern Art, New York - "Vierge" (Mine de plomb; haut. 0m36) Münich, 1912 Coll. Gallatin - "Vierge" (Dessin rehaussé; haut. 0m35) Münich, 1912 Coll. Arensberg - "La mariée mise à nu par les cèlibataires" (Dessin; haut 0m21) Münich, 1912 Coll. Candel - "La bagarre d'Austerlitz" (Fenětre; 0m63x0m29x0m07) Rrose Sélavy, Paris 1921 Coll. Sarlet - "Fresh Widow" (Fenětre, bois peint, carreaux en cuir cirè, haut. 0m60) New York 1920 Coll. Dreier - una partitura su 4 pagine con una selezione di citazioni in lingua inglese e francese - un piccolo foglietto con una ricetta dell'artista: Recette 3 livres de plume (feather or pen) 3 mètres de ficelle (poids 10 grammes) 25 bougies de lumière élecrtrique. - un foglio in 4 parti con cartoline corretate da scritte a macchina francesi. Sul verso le seguenti informazioni: Rendezvous du Dimanche 6 Févreir 1916 à 1 h ¾ après midi indirizzate a: Mr. and Mrs. Walter C. Dunsbery 33 W. 67th St. New York City

Schichtung
Immagine / Fotografia

Schichtung / Kammerer, Wil-ma

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Titolo / Responsabilità: Schichtung / Kammerer, Wil-ma

Descrizione fisica: fotografia : cornice altezza 160.3 cm - cornice larghezza 152 cm - cornice profondità 7 cm

Data:2004

Nota:
  • celluloide
  • legno
  • applicato
  • "L’arte di Wil-ma Kammerer è essenzialmente ambigua: l’impiego di materiali prediletti quali il vetro, la plastica o le pellicole da film permettono un’equilibrata compresenza di trasparenza e opacità. La sua ricerca ruota attorno a diverse possibilità del vedere e del celare, che creano una particolare tensione nell’opera e che a sua volta si ripercuote sul contesto circostante e sul fruitore. I suoi lavori sono pensati quasi esclusivamente per uno scambio con l’ambiente in cui si trovano, dato che la presenza immateriale della luce e dell’aria conferisce un aspetto sempre nuovo ai suoi oggetti. Il fruitore è a sua volta attratto dal carattere misterioso delle opere, che possono essere raramente colte per intero: proprio l’impossibilità dello svelamento diretto conferisce alle sue opere attrattiva e vitalità. Nel caso dell’opera Schichtung Wil-ma Kammerer ha scelto delle sequenze cinematografiche significative per la sua storia individuale, ma invece di proiettarle ha deciso di mostrarne l’aspetto fisico presentando dunque la pellicola, intrecciandola e sovrapponendola, come accade nella memoria." (testo per la mostra EMBASSY GOES CONTEMPORARY - Arte giovane della collezione Museion a Berlino)
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Abstract: Diversi strati semitrasparenti di pellicola (celluloide) impressionata su pannello in legno con vari motivi in bianco e nero.

Io sono la spia
Immagine / Fotografia

Io sono la spia / Pettena, Gianni

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Titolo / Responsabilità: Io sono la spia / Pettena, Gianni

Descrizione fisica: fotografia : fotografia 1 altezza 30 cm - fotografia 1 larghezza 21 cm - fotografia 2 altezza 30 cm - fotografia 2 larghezza 40 cm - fotografia 3 altezza 30 cm - fotografia 3 larghezza 40 cm

Data:1973

Nota:
  • carta
  • stampato
  • IO SONO LA SPIA Performance, disegno inchiostro su cartoncino cm 30x40. Durata: 2 minuti circa. Documentazione: foto b/n “Io lo sono e non lo sono, sono e non ci sono, sono la spia dunque sono qui, attore e spettatore e sono la spia, cioè non c'entro ma faccio finta così per vedere cosa accade e correre a riferire.” (da L'anarchitetto) Nella foto di gruppo di fondazione della Global Tools, scuola e sistema di laboratori che rappresentò il momento di massima intensità di strategia comune per il movimento dell'Architettura Radicale (ma anche forse l'inizio del divergere dei percorsi dei partecipanti), Pettena si autodefinisce 'la spia', dichiara cioè di essere un architetto traditore, si chiama fuori dal consesso degli architetti ma al tempo stesso non intende rinnegare apertamente la sua formazione. Tutte le sue opere infatti 'parlano' d'architettura anche se usano più i linguaggi dell'arte concettuale che quelli tradizionali della progettazione. (http://www.giannipettena.it/opere/performa/perfmenu.html)
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Abstract: Opera composta da tre stampe fotografiche su carta che documentano la perfomance dell'artista "Io sono la spia" svoltasi a Milano, il 12 gennaio 1973: - La prima stampa, tratta dalla copertina della rivista "CASABELLA", rappresenta una fotomontaggio del gruppo di fondazione della Global Tools davanti ad uno sfondo cittadino specchiato orizzontalmente. In basso è presente la scritta: "GLOBAL TOOLS - 12 GENNAIO 1973 / 377 rivista di urbanistica architettura e disegno industriale". La Global Tools è una scuola e sistema di laboratori che rappresentò il momento di massima intensità di strategia comune per il movimento dell'Architettura Radicale. - La seconda fotografia mostra nuovamente il gruppo di fondazione della Global Tools all'interno di una stanza con vari scaffali pieni di libri. Gianni Pettena tiene in mano un cartello con la scritta "IO SONO LA SPIA". - La terza, infine, mostra il cartello tenuto in mano dall'artista nella seconda foto. Il cartello riporta la frase in stampatello maiuscolo: "IO SONO LA SPIA".

Paesaggi della memoria (Otranto)
Bene culturale / Oggetto

Paesaggi della memoria (Otranto) / Pettena, Gianni

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Titolo / Responsabilità: Paesaggi della memoria (Otranto) / Pettena, Gianni

Descrizione fisica: installazione : valigia in plexiglas altezza 40 cm - valigia in plexiglas larghezza 60 cm - valigia in plexiglas profondità 10 cm - spazio (sabbia) larghezza 250 cm - spazio (sabbia) larghezza 400 cm

Data:1987

Nota:
  • vetro acrilico
  • sabbia
  • neon
  • montato
  • "Pettena realizza un'opera con cui risponde alle molteplici sollecitazioni culturali eliminando i confini tra le diverse discipline così come le limitazioni spazio- temporali implicite nel concetto di 'mediterraneità'. L'oggetto è infatti estremamente 'disegnato' e funzionale, oltrechè realizzato in un materiale tipicamente industriale, mentre il suo contenuto (le sagome scolpite delle montagne della propria infanzia), metafora di ogni possibile interpretazione personale del tema universale del paesaggio, gli conferisce significato artistico, lo carica dei valori della poesia, della memoria di uno spazio e di un tempo che qui acquistano, grazie al contesto, anche la dimensione della 'mediterraneità', accentuata poi dall'accostamento alla sabbia e dall'essenzialità dell'ambientazione. È un'opera che come altre di questi anni rivela la 'scoperta' da parte dell'autore di una vena artistica più intimista, capace di esercitarsi senza vergogne o rimpianti anche al di fuori e al di là delle necessità della propria disciplina di formazione. [...] questa è [...] una valigia di memorie che precedono l'architettura, e forse ne prescindono." (http://www.giannipettena.it/opere/installa/instmenu.html)
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Abstract: Installazione composta da una valigia in plexiglas su sabbia. Nella sabbia sono inoltre presenti delle lastre in plexiglas a forma di montagna, che vengono illuminate da dei neon insabbiati. Inoltre è presente un'impronta umana, realizzata a pancia in giù e con i gomiti appoggiati nella sabbia, come se la persona avesse osservato le montagne di plexiglas.

Operations
Bene culturale / Oggetto

Operations / Steckholzer, Martina

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Titolo / Responsabilità: Operations / Steckholzer, Martina

Descrizione fisica: dipinto : opera (diagonale) altezza 60 cm - opera (diagonale) larghezza 60 cm - opera (lato) altezza 43 cm - opera (lato) larghezza 43 cm - opera profondità 4.5 cm

Data:2008

Nota:
  • cotone
  • colore
  • dipinto
  • "L’arte moderna e contemporanea è la tematica centrale della pittura concettuale di Martina Steckholzer. L’artista si appropria di ciò che viene attualmente esposto sulla scena internazionale e ne traduce sia i contenuti che le forme attraverso una sintesi di gesti pittorici. Attraverso la sua pittura si accede indirettamente all’arte che al momento viene prelevata da archivi e atelier per essere esposta in fiere e musei. Nei dipinti dell’artista viene posto l’accento sulla percezione che sembra essere composta da frammenti di ricordi sia reali che fittizi. “I miei quadri non sono delle finestre”, dice Martina Steckholzer dei propri lavori. Seguendo questa indicazione si smette di cercare il soggetto che si cela dietro all’appropriazione, che è un leitmotiv della sua arte. Piuttosto si comprenderà il suo gesto come flusso interpretativo e come modalità radicalmente nuova di ripensare l’attività artistica oggi." (testo per la mostra EMBASSY GOES CONTEMPORARY - Arte giovane della collezione Museion a Berlino)
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Abstract: Tela di cotone appesa ad un angolo con forme geometriche realizzate con pigmenti di colore rosso, blu e giallo. Le forme geometriche creano una leggera griglia diagonale.

Leather Tool (small straight ax)
Bene culturale / Oggetto

Leather Tool (small straight ax) / Bonvicini, Monica

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Titolo / Responsabilità: Leather Tool (small straight ax) / Bonvicini, Monica

Descrizione fisica: oggetto : ascia altezza 15.2 cm - ascia larghezza 32 cm - ascia profondità 2.8 cm - base altezza 70 cm - base larghezza 49.5 cm - base profondità 47.5 cm - vetrina altezza 25 cm - vetrina larghezza 49.5 cm - vetrina profondità 47.5 cm

Data:2009

Nota:
  • cuoio
  • metallo
  • cucito
  • rivestito
  • "Monica Bonvicini ama scardinare gli stereotipi, mette in guardia di fronte ad attribuzioni troppo frettolose, semplicistiche, inveterate, vorrebbe che il pubblico si confrontasse fisicamente con le sue opere abbandonando le gabbie di interpretazioni preconcette. Il confronto/scontro con lo spazio pubblico così come con le logiche del mondo artistico sono temi centrali della sua poetica. Con la serie Leather Tools Monica Bonvicini presenta in particolare un omaggio agli strumenti del mestiere: avvolto in morbida pelle, questo strumento rinvia alla costruzione, al fare arte, ma - deposto ed esposto su un piedistallo - perde completamente la funzione pratica diventando un feticcio espulso dal contesto d’uso e ricaricato di valore artistico. Anche in questo caso Monica Bonvicini induce l’istituzione museale e il pubblico a “gesti estremi”: rivela la potenzialità dello spazio museale di caricare gli oggetti esposti di significazioni anche eccessive, purché private della funzionalità originaria. Al contempo, con il freddo rigore che contraddistingue il suo lavoro, insinua in noi il dubbio: e se l’arte fosse l’ultimo feticcio rimasto?" (testo per la mostra EMBASSY GOES CONTEMPORARY - Arte giovane della collezione Museion a Berlino)
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Abstract: Ascia di metallo rivestita in pelle nera. Lungo il manico il rivestimento è cucito a punto croce.

42° parallelo - queste bufere sono state argomento di inesauribile interesse in ogni ricerca metereologica americana intorno... (Dos Passos)
Bene culturale / Oggetto

42° parallelo - queste bufere sono state argomento di inesauribile interesse in ogni ricerca metereologica americana intorno... (Dos Passos) / Oberto, Martino

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Titolo / Responsabilità: 42° parallelo - queste bufere sono state argomento di inesauribile interesse in ogni ricerca metereologica americana intorno... (Dos Passos) / Oberto, Martino

Descrizione fisica: dipinto : cornice altezza 105 cm - cornice larghezza 220 cm - cornice profondità 3 cm

Data:1961

Nota:
  • colore ad olio
  • matita
  • pastello di cera
  • pennarello
  • carta
  • scritto
  • disegnato
  • dipinto
  • "Chiaramente 'segnica' è l'arte di OM: la sua calligrafia, il suo graffito, la sua parola, la sua scrittura, il suo carattere informale, assumono una notazione figurale che va al di là dello specifico letterario della citazione da cui origina la sua 'pittura'." (Della Grazia, Paolo "Del fare arte: La scrittura come pittura del nostro tempo" in "Martino Oberto (OM) OMNIA - Opera virtuale (1951 - ...) l'immagine della scrittura", Archivio di Nuova Scrittura, Campanotto Editore, Udine 1992, pag. 9)
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Abstract: Disegni realizzati con colori ad olio corredati da scritte e segni grafici a matita, pastelli ad olio e pennarello su carta.

Senza titolo
Immagine / Fotografia

Senza titolo / Ortelli, Antonella

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Titolo / Responsabilità: Senza titolo / Ortelli, Antonella

Descrizione fisica: grafica : foglio altezza 70 cm - foglio larghezza 50 cm

Data:2005

Nota:
  • matita
  • carta
  • disegnato
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Abstract: Tre disegni su carta con un segno a matita tracciato a mano al centro dei singoli fogli.

N.O.W. - UNDER PENALTY OF LAW
Bene culturale / Oggetto

N.O.W. - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

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Titolo / Responsabilità: N.O.W. - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Descrizione fisica: tessuto : altezza 47 cm - larghezza 47 cm - cornice altezza 62.5 cm - cornice larghezza 62.5 cm - cornice profondità 4 cm

Data:1995-2002

Nota:
  • tessuto
  • cucito
  • "L'avventura di Berty Skuber nel mondo delle etichette è iniziata, più o meno per caso e senza premeditazione, nel 1995 quando le è capitato di scorgere un'immagine che faceva capolino della fodera della giacca d'un amico o d'un conoscente. 'Amico o conoscente' in quanto non è del tutto sicura della persone o delle circostanze, ed in effetti deduce la data da indizi collaterali che ritrova in uno dei suoi diari. Quest'etichetta riproduceva l´immagine du un´opera di un artista Pop e quindi assumeva la spericolata qualità del furto a scopi pubblicitari di un´immagine artistica, a sua volta furto a scopi artistici di un´immagine pubblicitaria, che a sua volta derivava dalla decadenza dell´intera tradizione della storia dell´arte. E tutto ciò in miniatura, nell´intima oscurità di un´ascella. [...] L'artista stessa ha difficoltà a indovinare quante siano le etichette da lei raccolte. Non è nemmeno sicura, nonostante l'invenzione di vari sistemi per contarle, del numero di etichette che ha messo nel proprio lavoro, cucendole (per la maggior parte a mano) su supporti di stoffa. E continua ad essere sorpresa dalla partecipazione che il suo progetto ha saputo suscitare in altri. Sono arrivate etichette da amici e da amici di amici, nonché dai loro figli, che le hanno anche raccolte dai compagni di classe. Sono state inviate per posta e a volte custodite in scatole per cioccolatini e poi alle fine consegnate come regalo natalizio. Persone totalmente estranee sono state fermate in trattorie e in teatri lirici e sollecitate a cedere etichette vistose (le etichette sono spesso più vistose di quanto a primo acchito si potrebbe pensare) a cacciatori improvvisati ed auto designati che si sono poi premurati di farle arrivare a destinazione. Etichette sono state raccolte a letture di poesie, a concerti rock, ad inaugurazioni di mostre e, almeno in una occasione, ad un'apposita rave […] e la loro provenienza va da Islamabad a Mosca a Città del Messico […] ed anche a ogni angolo di Italia, di Francia, di Germania e degli Stati Uniti. Banchieri si sono tolti la camicia a pranzi di lavoro. Donne di comunità agricole hanno fornito un sostegno particolare, scucendo etichette dai vestiti e le loro vicine le avevano messe da parte per la Caritas Internazionale. Falsificatori di etichette sono stati scoperti nel souk a Marrakech. […] Ciò che Berty Skuber ha fatto con queste etichette produce diversi generi di senso. L'attività basilare del guardare etichette e del raccoglierle ha trovato la sua ispirazione nella sensazione di aver scoperto un vasto, inatteso e spesso ironico mondo di invenzione e creatività e di tutto ciò che le accompagna: presupposti estetici e gusti personali; l'amore del moderno e l'anelito della tradizione; l'ingenuo divertimento e il vanitoso snobismo. Un artista non può che trovare una salutare riflessione – una specie di monito – nella scoperta di un tale mondo parallelo di immagini – una tale ricchezza di fantasia. Con funzioni sociali totalmente subalterne eppure totalmente scevro di dubbi su se stesso. È importante notare che l'artista ha deciso all'inizio di lavorare soltanto con le etichette ricamate e non con quelle stampate: quelle ricamate sono realizzate con un altro livello di cura e di attenzione, con colori luminosi e sottili, progettazione chiara, fattura meticolosa e un gran dispendio di sapienza tecnologica. Mentre ne faceva raccolta, le ha anche catalogate, in termini che sarebbero di conforto per un occhio scientifico e speculativo, all'inizio separandole arbitrariamente in quelle rosse, blu e verdi, quelle in bianco e nero (la stragrande maggioranza) e negli altri vari colori. Poi, man mano che la collezione cresceva, i termini possibili si facevano più complessi: etichette con figure di animali, con fiori, con figure di persone, etichette che fanno uso delle parole 'blu' o 'verde'. Etichette con barche, con paesaggi, o con parole curiose ('Mikado', 'protesta', 'fata morgana'); quelle che dicono soltanto un nome ('Maria', 'Ernesto'); quelle con il nome d'un luogo; le più bizzarre. E i vari gruppi, trattati come puzzle o gioco ad incastro, sono stati poi composti e cuciti in quadretti e rettangoli, perfettamente intersecati. […] Da nove divennero sedici, da sedici venticinque, e adesso, alla fine, sono trentasei. […]" (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002) (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002)
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Abstract: Patchwork composto da etichette di indumenti a sfondo prevalentemente beige/grigio cucite insieme su un fazzoletto di cotone.

Vision Street - UNDER PENALTY OF LAW
Bene culturale / Oggetto

Vision Street - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Logo

Titolo / Responsabilità: Vision Street - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Descrizione fisica: tessuto : Patchwork altezza 45.5 cm - Patchwork larghezza 43 cm - cornice altezza 62.5 cm - cornice larghezza 62.5 cm - cornice profondità 4 cm

Data:1995-2002

Nota:
  • tessuto
  • cucito
  • "L'avventura di Berty Skuber nel mondo delle etichette è iniziata, più o meno per caso e senza premeditazione, nel 1995 quando le è capitato di scorgere un'immagine che faceva capolino della fodera della giacca d'un amico o d'un conoscente. 'Amico o conoscente' in quanto non è del tutto sicura della persone o delle circostanze, ed in effetti deduce la data da indizi collaterali che ritrova in uno dei suoi diari. Quest'etichetta riproduceva l´immagine du un´opera di un artista Pop e quindi assumeva la spericolata qualità del furto a scopi pubblicitari di un´immagine artistica, a sua volta furto a scopi artistici di un´immagine pubblicitaria, che a sua volta derivava dalla decadenza dell´intera tradizione della storia dell´arte. E tutto ciò in miniatura, nell´intima oscurità di un´ascella. [...] L'artista stessa ha difficoltà a indovinare quante siano le etichette da lei raccolte. Non è nemmeno sicura, nonostante l'invenzione di vari sistemi per contarle, del numero di etichette che ha messo nel proprio lavoro, cucendole (per la maggior parte a mano) su supporti di stoffa. E continua ad essere sorpresa dalla partecipazione che il suo progetto ha saputo suscitare in altri. Sono arrivate etichette da amici e da amici di amici, nonché dai loro figli, che le hanno anche raccolte dai compagni di classe. Sono state inviate per posta e a volte custodite in scatole per cioccolatini e poi alle fine consegnate come regalo natalizio. Persone totalmente estranee sono state fermate in trattorie e in teatri lirici e sollecitate a cedere etichette vistose (le etichette sono spesso più vistose di quanto a primo acchito si potrebbe pensare) a cacciatori improvvisati ed auto designati che si sono poi premurati di farle arrivare a destinazione. Etichette sono state raccolte a letture di poesie, a concerti rock, ad inaugurazioni di mostre e, almeno in una occasione, ad un'apposita rave […] e la loro provenienza va da Islamabad a Mosca a Città del Messico […] ed anche a ogni angolo di Italia, di Francia, di Germania e degli Stati Uniti. Banchieri si sono tolti la camicia a pranzi di lavoro. Donne di comunità agricole hanno fornito un sostegno particolare, scucendo etichette dai vestiti e le loro vicine le avevano messe da parte per la Caritas Internazionale. Falsificatori di etichette sono stati scoperti nel souk a Marrakech. […] Ciò che Berty Skuber ha fatto con queste etichette produce diversi generi di senso. L'attività basilare del guardare etichette e del raccoglierle ha trovato la sua ispirazione nella sensazione di aver scoperto un vasto, inatteso e spesso ironico mondo di invenzione e creatività e di tutto ciò che le accompagna: presupposti estetici e gusti personali; l'amore del moderno e l'anelito della tradizione; l'ingenuo divertimento e il vanitoso snobismo. Un artista non può che trovare una salutare riflessione – una specie di monito – nella scoperta di un tale mondo parallelo di immagini – una tale ricchezza di fantasia. Con funzioni sociali totalmente subalterne eppure totalmente scevro di dubbi su se stesso. È importante notare che l'artista ha deciso all'inizio di lavorare soltanto con le etichette ricamate e non con quelle stampate: quelle ricamate sono realizzate con un altro livello di cura e di attenzione, con colori luminosi e sottili, progettazione chiara, fattura meticolosa e un gran dispendio di sapienza tecnologica. Mentre ne faceva raccolta, le ha anche catalogate, in termini che sarebbero di conforto per un occhio scientifico e speculativo, all'inizio separandole arbitrariamente in quelle rosse, blu e verdi, quelle in bianco e nero (la stragrande maggioranza) e negli altri vari colori. Poi, man mano che la collezione cresceva, i termini possibili si facevano più complessi: etichette con figure di animali, con fiori, con figure di persone, etichette che fanno uso delle parole 'blu' o 'verde'. Etichette con barche, con paesaggi, o con parole curiose ('Mikado', 'protesta', 'fata morgana'); quelle che dicono soltanto un nome ('Maria', 'Ernesto'); quelle con il nome d'un luogo; le più bizzarre. E i vari gruppi, trattati come puzzle o gioco ad incastro, sono stati poi composti e cuciti in quadretti e rettangoli, perfettamente intersecati. […] Da nove divennero sedici, da sedici venticinque, e adesso, alla fine, sono trentasei. […]" (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002) (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002)
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Abstract: Patchwork composto da etichette di indumenti a sfondo prevalentemente grigio/beige/bianco cucite insieme su un fazzoletto di cotone.

Paper Moon - UNDER PENALTY OF LAW
Bene culturale / Oggetto

Paper Moon - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Logo

Titolo / Responsabilità: Paper Moon - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Descrizione fisica: tessuto : Patchwork altezza 48 cm - Patchwork larghezza 47 cm - cornice altezza 62.5 cm - cornice larghezza 62.5 cm - cornice profondità 4 cm

Data:1995-2002

Nota:
  • tessuto
  • cucito
  • "L'avventura di Berty Skuber nel mondo delle etichette è iniziata, più o meno per caso e senza premeditazione, nel 1995 quando le è capitato di scorgere un'immagine che faceva capolino della fodera della giacca d'un amico o d'un conoscente. 'Amico o conoscente' in quanto non è del tutto sicura della persone o delle circostanze, ed in effetti deduce la data da indizi collaterali che ritrova in uno dei suoi diari. Quest'etichetta riproduceva l´immagine du un´opera di un artista Pop e quindi assumeva la spericolata qualità del furto a scopi pubblicitari di un´immagine artistica, a sua volta furto a scopi artistici di un´immagine pubblicitaria, che a sua volta derivava dalla decadenza dell´intera tradizione della storia dell´arte. E tutto ciò in miniatura, nell´intima oscurità di un´ascella. [...] L'artista stessa ha difficoltà a indovinare quante siano le etichette da lei raccolte. Non è nemmeno sicura, nonostante l'invenzione di vari sistemi per contarle, del numero di etichette che ha messo nel proprio lavoro, cucendole (per la maggior parte a mano) su supporti di stoffa. E continua ad essere sorpresa dalla partecipazione che il suo progetto ha saputo suscitare in altri. Sono arrivate etichette da amici e da amici di amici, nonché dai loro figli, che le hanno anche raccolte dai compagni di classe. Sono state inviate per posta e a volte custodite in scatole per cioccolatini e poi alle fine consegnate come regalo natalizio. Persone totalmente estranee sono state fermate in trattorie e in teatri lirici e sollecitate a cedere etichette vistose (le etichette sono spesso più vistose di quanto a primo acchito si potrebbe pensare) a cacciatori improvvisati ed auto designati che si sono poi premurati di farle arrivare a destinazione. Etichette sono state raccolte a letture di poesie, a concerti rock, ad inaugurazioni di mostre e, almeno in una occasione, ad un'apposita rave […] e la loro provenienza va da Islamabad a Mosca a Città del Messico […] ed anche a ogni angolo di Italia, di Francia, di Germania e degli Stati Uniti. Banchieri si sono tolti la camicia a pranzi di lavoro. Donne di comunità agricole hanno fornito un sostegno particolare, scucendo etichette dai vestiti e le loro vicine le avevano messe da parte per la Caritas Internazionale. Falsificatori di etichette sono stati scoperti nel souk a Marrakech. […] Ciò che Berty Skuber ha fatto con queste etichette produce diversi generi di senso. L'attività basilare del guardare etichette e del raccoglierle ha trovato la sua ispirazione nella sensazione di aver scoperto un vasto, inatteso e spesso ironico mondo di invenzione e creatività e di tutto ciò che le accompagna: presupposti estetici e gusti personali; l'amore del moderno e l'anelito della tradizione; l'ingenuo divertimento e il vanitoso snobismo. Un artista non può che trovare una salutare riflessione – una specie di monito – nella scoperta di un tale mondo parallelo di immagini – una tale ricchezza di fantasia. Con funzioni sociali totalmente subalterne eppure totalmente scevro di dubbi su se stesso. È importante notare che l'artista ha deciso all'inizio di lavorare soltanto con le etichette ricamate e non con quelle stampate: quelle ricamate sono realizzate con un altro livello di cura e di attenzione, con colori luminosi e sottili, progettazione chiara, fattura meticolosa e un gran dispendio di sapienza tecnologica. Mentre ne faceva raccolta, le ha anche catalogate, in termini che sarebbero di conforto per un occhio scientifico e speculativo, all'inizio separandole arbitrariamente in quelle rosse, blu e verdi, quelle in bianco e nero (la stragrande maggioranza) e negli altri vari colori. Poi, man mano che la collezione cresceva, i termini possibili si facevano più complessi: etichette con figure di animali, con fiori, con figure di persone, etichette che fanno uso delle parole 'blu' o 'verde'. Etichette con barche, con paesaggi, o con parole curiose ('Mikado', 'protesta', 'fata morgana'); quelle che dicono soltanto un nome ('Maria', 'Ernesto'); quelle con il nome d'un luogo; le più bizzarre. E i vari gruppi, trattati come puzzle o gioco ad incastro, sono stati poi composti e cuciti in quadretti e rettangoli, perfettamente intersecati. […] Da nove divennero sedici, da sedici venticinque, e adesso, alla fine, sono trentasei. […]" (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002) (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002)
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Abstract: Patchwork composto da etichette di indumenti a sfondo prevalentemente grigio/beige/bianco cucite insieme su un fazzoletto di cotone.

Mythos - UNDER PENALTY OF LAW
Bene culturale / Oggetto

Mythos - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Logo

Titolo / Responsabilità: Mythos - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Descrizione fisica: tessuto : Patchwork altezza 47 cm - Patchwork larghezza 47 cm - cornice altezza 62.5 cm - cornice larghezza 62.5 cm - cornice profondità 4 cm

Data:1995-2002

Nota:
  • tessuto
  • cucito
  • "L'avventura di Berty Skuber nel mondo delle etichette è iniziata, più o meno per caso e senza premeditazione, nel 1995 quando le è capitato di scorgere un'immagine che faceva capolino della fodera della giacca d'un amico o d'un conoscente. 'Amico o conoscente' in quanto non è del tutto sicura della persone o delle circostanze, ed in effetti deduce la data da indizi collaterali che ritrova in uno dei suoi diari. Quest'etichetta riproduceva l´immagine du un´opera di un artista Pop e quindi assumeva la spericolata qualità del furto a scopi pubblicitari di un´immagine artistica, a sua volta furto a scopi artistici di un´immagine pubblicitaria, che a sua volta derivava dalla decadenza dell´intera tradizione della storia dell´arte. E tutto ciò in miniatura, nell´intima oscurità di un´ascella. [...] L'artista stessa ha difficoltà a indovinare quante siano le etichette da lei raccolte. Non è nemmeno sicura, nonostante l'invenzione di vari sistemi per contarle, del numero di etichette che ha messo nel proprio lavoro, cucendole (per la maggior parte a mano) su supporti di stoffa. E continua ad essere sorpresa dalla partecipazione che il suo progetto ha saputo suscitare in altri. Sono arrivate etichette da amici e da amici di amici, nonché dai loro figli, che le hanno anche raccolte dai compagni di classe. Sono state inviate per posta e a volte custodite in scatole per cioccolatini e poi alle fine consegnate come regalo natalizio. Persone totalmente estranee sono state fermate in trattorie e in teatri lirici e sollecitate a cedere etichette vistose (le etichette sono spesso più vistose di quanto a primo acchito si potrebbe pensare) a cacciatori improvvisati ed auto designati che si sono poi premurati di farle arrivare a destinazione. Etichette sono state raccolte a letture di poesie, a concerti rock, ad inaugurazioni di mostre e, almeno in una occasione, ad un'apposita rave […] e la loro provenienza va da Islamabad a Mosca a Città del Messico […] ed anche a ogni angolo di Italia, di Francia, di Germania e degli Stati Uniti. Banchieri si sono tolti la camicia a pranzi di lavoro. Donne di comunità agricole hanno fornito un sostegno particolare, scucendo etichette dai vestiti e le loro vicine le avevano messe da parte per la Caritas Internazionale. Falsificatori di etichette sono stati scoperti nel souk a Marrakech. […] Ciò che Berty Skuber ha fatto con queste etichette produce diversi generi di senso. L'attività basilare del guardare etichette e del raccoglierle ha trovato la sua ispirazione nella sensazione di aver scoperto un vasto, inatteso e spesso ironico mondo di invenzione e creatività e di tutto ciò che le accompagna: presupposti estetici e gusti personali; l'amore del moderno e l'anelito della tradizione; l'ingenuo divertimento e il vanitoso snobismo. Un artista non può che trovare una salutare riflessione – una specie di monito – nella scoperta di un tale mondo parallelo di immagini – una tale ricchezza di fantasia. Con funzioni sociali totalmente subalterne eppure totalmente scevro di dubbi su se stesso. È importante notare che l'artista ha deciso all'inizio di lavorare soltanto con le etichette ricamate e non con quelle stampate: quelle ricamate sono realizzate con un altro livello di cura e di attenzione, con colori luminosi e sottili, progettazione chiara, fattura meticolosa e un gran dispendio di sapienza tecnologica. Mentre ne faceva raccolta, le ha anche catalogate, in termini che sarebbero di conforto per un occhio scientifico e speculativo, all'inizio separandole arbitrariamente in quelle rosse, blu e verdi, quelle in bianco e nero (la stragrande maggioranza) e negli altri vari colori. Poi, man mano che la collezione cresceva, i termini possibili si facevano più complessi: etichette con figure di animali, con fiori, con figure di persone, etichette che fanno uso delle parole 'blu' o 'verde'. Etichette con barche, con paesaggi, o con parole curiose ('Mikado', 'protesta', 'fata morgana'); quelle che dicono soltanto un nome ('Maria', 'Ernesto'); quelle con il nome d'un luogo; le più bizzarre. E i vari gruppi, trattati come puzzle o gioco ad incastro, sono stati poi composti e cuciti in quadretti e rettangoli, perfettamente intersecati. […] Da nove divennero sedici, da sedici venticinque, e adesso, alla fine, sono trentasei. […]" (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002) (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002)
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Abstract: Patchwork composto da etichette di indumenti a sfondo prevalentemente blu/verde cucite insieme su un fazzoletto di cotone.

Life Style - UNDER PENALTY OF LAW
Bene culturale / Oggetto

Life Style - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Logo

Titolo / Responsabilità: Life Style - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Descrizione fisica: tessuto : Patchwork altezza 47 cm - Patchwork larghezza 46 cm - cornice altezza 62.5 cm - cornice larghezza 62.5 cm - cornice profondità 4 cm

Data:1995-2002

Nota:
  • tessuto
  • cucito
  • "L'avventura di Berty Skuber nel mondo delle etichette è iniziata, più o meno per caso e senza premeditazione, nel 1995 quando le è capitato di scorgere un'immagine che faceva capolino della fodera della giacca d'un amico o d'un conoscente. 'Amico o conoscente' in quanto non è del tutto sicura della persone o delle circostanze, ed in effetti deduce la data da indizi collaterali che ritrova in uno dei suoi diari. Quest'etichetta riproduceva l´immagine du un´opera di un artista Pop e quindi assumeva la spericolata qualità del furto a scopi pubblicitari di un´immagine artistica, a sua volta furto a scopi artistici di un´immagine pubblicitaria, che a sua volta derivava dalla decadenza dell´intera tradizione della storia dell´arte. E tutto ciò in miniatura, nell´intima oscurità di un´ascella. [...] L'artista stessa ha difficoltà a indovinare quante siano le etichette da lei raccolte. Non è nemmeno sicura, nonostante l'invenzione di vari sistemi per contarle, del numero di etichette che ha messo nel proprio lavoro, cucendole (per la maggior parte a mano) su supporti di stoffa. E continua ad essere sorpresa dalla partecipazione che il suo progetto ha saputo suscitare in altri. Sono arrivate etichette da amici e da amici di amici, nonché dai loro figli, che le hanno anche raccolte dai compagni di classe. Sono state inviate per posta e a volte custodite in scatole per cioccolatini e poi alle fine consegnate come regalo natalizio. Persone totalmente estranee sono state fermate in trattorie e in teatri lirici e sollecitate a cedere etichette vistose (le etichette sono spesso più vistose di quanto a primo acchito si potrebbe pensare) a cacciatori improvvisati ed auto designati che si sono poi premurati di farle arrivare a destinazione. Etichette sono state raccolte a letture di poesie, a concerti rock, ad inaugurazioni di mostre e, almeno in una occasione, ad un'apposita rave […] e la loro provenienza va da Islamabad a Mosca a Città del Messico […] ed anche a ogni angolo di Italia, di Francia, di Germania e degli Stati Uniti. Banchieri si sono tolti la camicia a pranzi di lavoro. Donne di comunità agricole hanno fornito un sostegno particolare, scucendo etichette dai vestiti e le loro vicine le avevano messe da parte per la Caritas Internazionale. Falsificatori di etichette sono stati scoperti nel souk a Marrakech. […] Ciò che Berty Skuber ha fatto con queste etichette produce diversi generi di senso. L'attività basilare del guardare etichette e del raccoglierle ha trovato la sua ispirazione nella sensazione di aver scoperto un vasto, inatteso e spesso ironico mondo di invenzione e creatività e di tutto ciò che le accompagna: presupposti estetici e gusti personali; l'amore del moderno e l'anelito della tradizione; l'ingenuo divertimento e il vanitoso snobismo. Un artista non può che trovare una salutare riflessione – una specie di monito – nella scoperta di un tale mondo parallelo di immagini – una tale ricchezza di fantasia. Con funzioni sociali totalmente subalterne eppure totalmente scevro di dubbi su se stesso. È importante notare che l'artista ha deciso all'inizio di lavorare soltanto con le etichette ricamate e non con quelle stampate: quelle ricamate sono realizzate con un altro livello di cura e di attenzione, con colori luminosi e sottili, progettazione chiara, fattura meticolosa e un gran dispendio di sapienza tecnologica. Mentre ne faceva raccolta, le ha anche catalogate, in termini che sarebbero di conforto per un occhio scientifico e speculativo, all'inizio separandole arbitrariamente in quelle rosse, blu e verdi, quelle in bianco e nero (la stragrande maggioranza) e negli altri vari colori. Poi, man mano che la collezione cresceva, i termini possibili si facevano più complessi: etichette con figure di animali, con fiori, con figure di persone, etichette che fanno uso delle parole 'blu' o 'verde'. Etichette con barche, con paesaggi, o con parole curiose ('Mikado', 'protesta', 'fata morgana'); quelle che dicono soltanto un nome ('Maria', 'Ernesto'); quelle con il nome d'un luogo; le più bizzarre. E i vari gruppi, trattati come puzzle o gioco ad incastro, sono stati poi composti e cuciti in quadretti e rettangoli, perfettamente intersecati. […] Da nove divennero sedici, da sedici venticinque, e adesso, alla fine, sono trentasei. […]" (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002) (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002)
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Abstract: Patchwork composto da etichette di indumenti a sfondo prevalentemente grigio/beige/bianco cucite insieme su un fazzoletto di cotone.

Alpha - UNDER PENALTY OF LAW
Bene culturale / Oggetto

Alpha - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Logo

Titolo / Responsabilità: Alpha - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Descrizione fisica: tessuto : Patchwork altezza 47 cm - Patchwork larghezza 46 cm - cornice altezza 62.5 cm - cornice larghezza 62.5 cm - cornice profondità 4 cm

Data:1995-2002

Nota:
  • tessuto
  • cucito
  • "L'avventura di Berty Skuber nel mondo delle etichette è iniziata, più o meno per caso e senza premeditazione, nel 1995 quando le è capitato di scorgere un'immagine che faceva capolino della fodera della giacca d'un amico o d'un conoscente. 'Amico o conoscente' in quanto non è del tutto sicura della persone o delle circostanze, ed in effetti deduce la data da indizi collaterali che ritrova in uno dei suoi diari. Quest'etichetta riproduceva l´immagine du un´opera di un artista Pop e quindi assumeva la spericolata qualità del furto a scopi pubblicitari di un´immagine artistica, a sua volta furto a scopi artistici di un´immagine pubblicitaria, che a sua volta derivava dalla decadenza dell´intera tradizione della storia dell´arte. E tutto ciò in miniatura, nell´intima oscurità di un´ascella. [...] L'artista stessa ha difficoltà a indovinare quante siano le etichette da lei raccolte. Non è nemmeno sicura, nonostante l'invenzione di vari sistemi per contarle, del numero di etichette che ha messo nel proprio lavoro, cucendole (per la maggior parte a mano) su supporti di stoffa. E continua ad essere sorpresa dalla partecipazione che il suo progetto ha saputo suscitare in altri. Sono arrivate etichette da amici e da amici di amici, nonché dai loro figli, che le hanno anche raccolte dai compagni di classe. Sono state inviate per posta e a volte custodite in scatole per cioccolatini e poi alle fine consegnate come regalo natalizio. Persone totalmente estranee sono state fermate in trattorie e in teatri lirici e sollecitate a cedere etichette vistose (le etichette sono spesso più vistose di quanto a primo acchito si potrebbe pensare) a cacciatori improvvisati ed auto designati che si sono poi premurati di farle arrivare a destinazione. Etichette sono state raccolte a letture di poesie, a concerti rock, ad inaugurazioni di mostre e, almeno in una occasione, ad un'apposita rave […] e la loro provenienza va da Islamabad a Mosca a Città del Messico […] ed anche a ogni angolo di Italia, di Francia, di Germania e degli Stati Uniti. Banchieri si sono tolti la camicia a pranzi di lavoro. Donne di comunità agricole hanno fornito un sostegno particolare, scucendo etichette dai vestiti e le loro vicine le avevano messe da parte per la Caritas Internazionale. Falsificatori di etichette sono stati scoperti nel souk a Marrakech. […] Ciò che Berty Skuber ha fatto con queste etichette produce diversi generi di senso. L'attività basilare del guardare etichette e del raccoglierle ha trovato la sua ispirazione nella sensazione di aver scoperto un vasto, inatteso e spesso ironico mondo di invenzione e creatività e di tutto ciò che le accompagna: presupposti estetici e gusti personali; l'amore del moderno e l'anelito della tradizione; l'ingenuo divertimento e il vanitoso snobismo. Un artista non può che trovare una salutare riflessione – una specie di monito – nella scoperta di un tale mondo parallelo di immagini – una tale ricchezza di fantasia. Con funzioni sociali totalmente subalterne eppure totalmente scevro di dubbi su se stesso. È importante notare che l'artista ha deciso all'inizio di lavorare soltanto con le etichette ricamate e non con quelle stampate: quelle ricamate sono realizzate con un altro livello di cura e di attenzione, con colori luminosi e sottili, progettazione chiara, fattura meticolosa e un gran dispendio di sapienza tecnologica. Mentre ne faceva raccolta, le ha anche catalogate, in termini che sarebbero di conforto per un occhio scientifico e speculativo, all'inizio separandole arbitrariamente in quelle rosse, blu e verdi, quelle in bianco e nero (la stragrande maggioranza) e negli altri vari colori. Poi, man mano che la collezione cresceva, i termini possibili si facevano più complessi: etichette con figure di animali, con fiori, con figure di persone, etichette che fanno uso delle parole 'blu' o 'verde'. Etichette con barche, con paesaggi, o con parole curiose ('Mikado', 'protesta', 'fata morgana'); quelle che dicono soltanto un nome ('Maria', 'Ernesto'); quelle con il nome d'un luogo; le più bizzarre. E i vari gruppi, trattati come puzzle o gioco ad incastro, sono stati poi composti e cuciti in quadretti e rettangoli, perfettamente intersecati. […] Da nove divennero sedici, da sedici venticinque, e adesso, alla fine, sono trentasei. […]" (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002) (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002)
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Abstract: Patchwork composto da etichette di indumenti a sfondo prevalentemente blu/nero cucite insieme su un fazzoletto di cotone.

Luck - UNDER PENALTY OF LAW
Bene culturale / Oggetto

Luck - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

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Titolo / Responsabilità: Luck - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Descrizione fisica: tessuto : Patchwork altezza 46.5 cm - Patchwork larghezza 47 cm - cornice altezza 62.5 cm - cornice larghezza 62.5 cm - cornice profondità 4 cm

Data:1995-2002

Nota:
  • tessuto
  • cucito
  • "L'avventura di Berty Skuber nel mondo delle etichette è iniziata, più o meno per caso e senza premeditazione, nel 1995 quando le è capitato di scorgere un'immagine che faceva capolino della fodera della giacca d'un amico o d'un conoscente. 'Amico o conoscente' in quanto non è del tutto sicura della persone o delle circostanze, ed in effetti deduce la data da indizi collaterali che ritrova in uno dei suoi diari. Quest'etichetta riproduceva l´immagine du un´opera di un artista Pop e quindi assumeva la spericolata qualità del furto a scopi pubblicitari di un´immagine artistica, a sua volta furto a scopi artistici di un´immagine pubblicitaria, che a sua volta derivava dalla decadenza dell´intera tradizione della storia dell´arte. E tutto ciò in miniatura, nell´intima oscurità di un´ascella. [...] L'artista stessa ha difficoltà a indovinare quante siano le etichette da lei raccolte. Non è nemmeno sicura, nonostante l'invenzione di vari sistemi per contarle, del numero di etichette che ha messo nel proprio lavoro, cucendole (per la maggior parte a mano) su supporti di stoffa. E continua ad essere sorpresa dalla partecipazione che il suo progetto ha saputo suscitare in altri. Sono arrivate etichette da amici e da amici di amici, nonché dai loro figli, che le hanno anche raccolte dai compagni di classe. Sono state inviate per posta e a volte custodite in scatole per cioccolatini e poi alle fine consegnate come regalo natalizio. Persone totalmente estranee sono state fermate in trattorie e in teatri lirici e sollecitate a cedere etichette vistose (le etichette sono spesso più vistose di quanto a primo acchito si potrebbe pensare) a cacciatori improvvisati ed auto designati che si sono poi premurati di farle arrivare a destinazione. Etichette sono state raccolte a letture di poesie, a concerti rock, ad inaugurazioni di mostre e, almeno in una occasione, ad un'apposita rave […] e la loro provenienza va da Islamabad a Mosca a Città del Messico […] ed anche a ogni angolo di Italia, di Francia, di Germania e degli Stati Uniti. Banchieri si sono tolti la camicia a pranzi di lavoro. Donne di comunità agricole hanno fornito un sostegno particolare, scucendo etichette dai vestiti e le loro vicine le avevano messe da parte per la Caritas Internazionale. Falsificatori di etichette sono stati scoperti nel souk a Marrakech. […] Ciò che Berty Skuber ha fatto con queste etichette produce diversi generi di senso. L'attività basilare del guardare etichette e del raccoglierle ha trovato la sua ispirazione nella sensazione di aver scoperto un vasto, inatteso e spesso ironico mondo di invenzione e creatività e di tutto ciò che le accompagna: presupposti estetici e gusti personali; l'amore del moderno e l'anelito della tradizione; l'ingenuo divertimento e il vanitoso snobismo. Un artista non può che trovare una salutare riflessione – una specie di monito – nella scoperta di un tale mondo parallelo di immagini – una tale ricchezza di fantasia. Con funzioni sociali totalmente subalterne eppure totalmente scevro di dubbi su se stesso. È importante notare che l'artista ha deciso all'inizio di lavorare soltanto con le etichette ricamate e non con quelle stampate: quelle ricamate sono realizzate con un altro livello di cura e di attenzione, con colori luminosi e sottili, progettazione chiara, fattura meticolosa e un gran dispendio di sapienza tecnologica. Mentre ne faceva raccolta, le ha anche catalogate, in termini che sarebbero di conforto per un occhio scientifico e speculativo, all'inizio separandole arbitrariamente in quelle rosse, blu e verdi, quelle in bianco e nero (la stragrande maggioranza) e negli altri vari colori. Poi, man mano che la collezione cresceva, i termini possibili si facevano più complessi: etichette con figure di animali, con fiori, con figure di persone, etichette che fanno uso delle parole 'blu' o 'verde'. Etichette con barche, con paesaggi, o con parole curiose ('Mikado', 'protesta', 'fata morgana'); quelle che dicono soltanto un nome ('Maria', 'Ernesto'); quelle con il nome d'un luogo; le più bizzarre. E i vari gruppi, trattati come puzzle o gioco ad incastro, sono stati poi composti e cuciti in quadretti e rettangoli, perfettamente intersecati. […] Da nove divennero sedici, da sedici venticinque, e adesso, alla fine, sono trentasei. […]" (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002) (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002)
Immagini: Immagine 1 di
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Abstract: Patchwork composto da etichette di indumenti a sfondo prevalentemente verde cucite insieme su un fazzoletto di cotone.

Danza - UNDER PENALTY OF LAW
Bene culturale / Oggetto

Danza - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

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Titolo / Responsabilità: Danza - UNDER PENALTY OF LAW / Skuber, Berty

Descrizione fisica: tessuto : Patchwork altezza 46 cm - Patchwork larghezza 47 cm - cornice altezza 62.5 cm - cornice larghezza 62.5 cm - cornice profondità 4 cm

Data:1995-2002

Nota:
  • tessuto
  • cucito
  • "L'avventura di Berty Skuber nel mondo delle etichette è iniziata, più o meno per caso e senza premeditazione, nel 1995 quando le è capitato di scorgere un'immagine che faceva capolino della fodera della giacca d'un amico o d'un conoscente. 'Amico o conoscente' in quanto non è del tutto sicura della persone o delle circostanze, ed in effetti deduce la data da indizi collaterali che ritrova in uno dei suoi diari. Quest'etichetta riproduceva l´immagine du un´opera di un artista Pop e quindi assumeva la spericolata qualità del furto a scopi pubblicitari di un´immagine artistica, a sua volta furto a scopi artistici di un´immagine pubblicitaria, che a sua volta derivava dalla decadenza dell´intera tradizione della storia dell´arte. E tutto ciò in miniatura, nell´intima oscurità di un´ascella. [...] L'artista stessa ha difficoltà a indovinare quante siano le etichette da lei raccolte. Non è nemmeno sicura, nonostante l'invenzione di vari sistemi per contarle, del numero di etichette che ha messo nel proprio lavoro, cucendole (per la maggior parte a mano) su supporti di stoffa. E continua ad essere sorpresa dalla partecipazione che il suo progetto ha saputo suscitare in altri. Sono arrivate etichette da amici e da amici di amici, nonché dai loro figli, che le hanno anche raccolte dai compagni di classe. Sono state inviate per posta e a volte custodite in scatole per cioccolatini e poi alle fine consegnate come regalo natalizio. Persone totalmente estranee sono state fermate in trattorie e in teatri lirici e sollecitate a cedere etichette vistose (le etichette sono spesso più vistose di quanto a primo acchito si potrebbe pensare) a cacciatori improvvisati ed auto designati che si sono poi premurati di farle arrivare a destinazione. Etichette sono state raccolte a letture di poesie, a concerti rock, ad inaugurazioni di mostre e, almeno in una occasione, ad un'apposita rave […] e la loro provenienza va da Islamabad a Mosca a Città del Messico […] ed anche a ogni angolo di Italia, di Francia, di Germania e degli Stati Uniti. Banchieri si sono tolti la camicia a pranzi di lavoro. Donne di comunità agricole hanno fornito un sostegno particolare, scucendo etichette dai vestiti e le loro vicine le avevano messe da parte per la Caritas Internazionale. Falsificatori di etichette sono stati scoperti nel souk a Marrakech. […] Ciò che Berty Skuber ha fatto con queste etichette produce diversi generi di senso. L'attività basilare del guardare etichette e del raccoglierle ha trovato la sua ispirazione nella sensazione di aver scoperto un vasto, inatteso e spesso ironico mondo di invenzione e creatività e di tutto ciò che le accompagna: presupposti estetici e gusti personali; l'amore del moderno e l'anelito della tradizione; l'ingenuo divertimento e il vanitoso snobismo. Un artista non può che trovare una salutare riflessione – una specie di monito – nella scoperta di un tale mondo parallelo di immagini – una tale ricchezza di fantasia. Con funzioni sociali totalmente subalterne eppure totalmente scevro di dubbi su se stesso. È importante notare che l'artista ha deciso all'inizio di lavorare soltanto con le etichette ricamate e non con quelle stampate: quelle ricamate sono realizzate con un altro livello di cura e di attenzione, con colori luminosi e sottili, progettazione chiara, fattura meticolosa e un gran dispendio di sapienza tecnologica. Mentre ne faceva raccolta, le ha anche catalogate, in termini che sarebbero di conforto per un occhio scientifico e speculativo, all'inizio separandole arbitrariamente in quelle rosse, blu e verdi, quelle in bianco e nero (la stragrande maggioranza) e negli altri vari colori. Poi, man mano che la collezione cresceva, i termini possibili si facevano più complessi: etichette con figure di animali, con fiori, con figure di persone, etichette che fanno uso delle parole 'blu' o 'verde'. Etichette con barche, con paesaggi, o con parole curiose ('Mikado', 'protesta', 'fata morgana'); quelle che dicono soltanto un nome ('Maria', 'Ernesto'); quelle con il nome d'un luogo; le più bizzarre. E i vari gruppi, trattati come puzzle o gioco ad incastro, sono stati poi composti e cuciti in quadretti e rettangoli, perfettamente intersecati. […] Da nove divennero sedici, da sedici venticinque, e adesso, alla fine, sono trentasei. […]" (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002) (Henry Martin, introduzione al catalogo 'Berty Skuber - Under Penalty of Law', Hotel Aicha Press, 2002)
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Abstract: Patchwork composto da etichette di indumenti a sfondo prevalentemente nero cucite insieme su un fazzoletto di cotone.